La prima da dirigente, la prima da allenatore, la prima da romanista: dici Bergamo, dici Stadio Atleti Azzurri d’Italia e dici una partita speciale per Francesco Totti, Eusebio Di Francesco e Aleksandar Kolarov. Sembra quasi di vederli, quel 20 agosto 2017, tutti emozionati nelle loro nuove vesti: Totti al debutto in giacca e cravatta, Di Francesco al debutto sulla panchina della squadra con cui era diventato campione d’Italia, Kolarov al debutto con i colori che aveva affrontato tante volte nei derby. Il ritorno oggi a Bergamo, invece, è attualità.
Il capitano della Serbia, infatti, è costretto a giocare praticamente sempre. Finora, da Bergamo a Bergamo, è sceso in campo 72 volte, segnando 8 reti. Ieri, lui che ama poco parlare, si è concesso al sito della Roma per un’intervista. nel descrivere la sua avventura a Roma è partito proprio da lì, da Bergamo, dove tutto ha avuto inizio: «Quando ho ricevuto la chiamata della Roma non ho mai avuto dubbi, anche perché già conoscevo la piazza e gli eventuali problemi. Io non mi guardo mai indietro, so che a qualcuno inizialmente il mio passato alla Lazio ha dato fastidio, da una parte e dall’altra. Questo però fa parte del calcio e dell’ambiente di questa città». Per Totti Bergamo rappresenta uno dei momenti più difficili: la prima da dirigente, la voglia di scendere in campo e rientrare, ma anche il desiderio di scoprire cosa ci fosse dall’altra parte. Ne discuteranno, probabilmente, Totti e Pallotta a fine stagione, intanto Francesco continuerà a seguire la squadra. Per Di Francesco la necessità invece è quella di fare punti per continuare la rincorsa al quarto posto.