Cucchiai, rovesciate, punizioni a giro, bombe da media e lunga distanza, tocchi morbidi che tolgono il tempo ai portieri e il fiato al pubblico vicino e lontano. Non è la Liga, né tantomeno la Bundesliga o la Premier: benvenuti all’One man show della serie A italiana. Le prodezze sono molto spesso individuali, a volte azioni corali superbamente concluse, ma da anni non accadeva che il campionato avesse un avvio così scoppiettante con gol e magie a raffica e fosse nelle solide mani delle grandi tradizionali, senza ‘sconti’ per le sorprese. Dopo i 22 gol d’assaggio della prima giornata ecco i 43 di ieri, fuochi d’artificio di un torneo che decolla con nuovi potenti inserimenti e campioni rigenerati. E in attesa di un Milan che rinviene, cinque big sono a punteggio pieno: Juve, Napoli, Inter, Fiorentina e Roma da sole hanno segnato 29 gol in due partite, una media di quasi tre gol, con una schiacciante prova di superiorità. Sedici gol, poco meno della metà , sono di grande livello.
Si parte dal pallonetto radiocomandato di Pjanic e dalla plastica rovesciata di Kone. Nella categoria dei tiri da fuori la prodezza di Sau, quella di Lijajc, il secondo gol di Giuseppe Rossi, la bomba di Hamsik, le punizioni implacabili di Greco e Gabbiadini, lo slalom travolgente di Alvarez. E poi le mirabili conclusioni di Gilardino, Vidal e Tevez, il missile di Balotelli. Tra destrezza e rapina la deviazione di Mario Gomez, gli anticipi di Higuain e Vucinic. Un campionario di gol d’autore che fa morale anche in vista del prossimo avvio di Champions, che vedrà protagoniste in gironi infernali Juve, Napoli e Milan (che potrà contare sul figliol prodigo Kakà in cerca di un riscatto in vista del mondiale brasiliano).
Ma in mezzo allo spettacolo di tante prodezze anche quello, un po’ ‘raccapricciante’, di papere colossali che hanno coinvolto alcuni portieri: il giovane Perin ha fatto cilecca sul tiro innocuo di Rossi, Curci ha ciccato quello di Gabbiadini permettendo a Eder di segnare. L’emozione ha giocato brutti scherzi a Rosati, corresponsabile di tre dei quattro gol del Livorno per il tremendo harakiri del Sassuolo. L’altro dato nuovo e importante (inedito rispetto alle ultime stagioni) riguarda la ritrovata centralità delle grandi squadre: almeno per il momento la cessione di Cavani, Jovetic, Marquinhos e Lamela ha tutt’altro che indebolito Napoli, Fiorentina e Roma, a punteggio pieno con la Juve schiacciasassi di Tevez e l’Inter che Mazzarri ha riassestato psicologicamente e tatticamente.
L’anno scorso a punteggio pieno erano Juve, Napoli e Lazio, con la Samp a 5, Roma e Lazio a 4, Inter, Milan e Fiorentina a 3 e Udinese a zero. Due anni fa a punteggio pieno, oltre a Juve e Napoli, c’erano Udinese e Cagliari, alle spalle Genoa e Catania a 4, poi Fiorentina a 3 e addirittura a 1 Milan, Inter, Lazio e Roma. Nel 2010 il Chievo guidava da solo con 6, seguito da Cagliari, Samp, Cesena e Inter con 4, Milan e Lazio con 3, Napoli con 2, Juve, Fiorentina e Roma con 1 e Udinese a zero. Nel 2009 infine a sei punti con Juve e Lazio c’erano le due genovesi, Inter e Fiorentina a 4, Napoli e Milan a 3, Udinese a 1 e Roma a zero. Quest’anno c’è insomma la riscossa delle grandi con tanti gol d’autore e uno spettacolo sempre più avvincente. Ora la palla passa a Prandelli, ma il ritorno al campionato fa già palpitare i tifosi: c’è Inter-Juve tra vecchie ruggini e una rivalità senza tempo, scontro al vertice (e promessa di scintille) tra due tecnici abili e fumantini come Conte e Mazzarri. (ANSA)