“Il calcio si gioca per la gente: immaginare 12-13 partite senza pubblico mi dispiacerebbe”. Olivier Dacourt ha parlato ai microfoni di CentroSuonoSport. L’ex centrocampista giallorossa, che oggi vive a Montecarlo, si è soffermato sull’emergenza Coronavirus e non solo: “In Francia non pensavamo ci fosse una diffusione così del virus. Ora tutti ne hanno preso coscienza, è un problema gravissimo. Si sta attuando il protocollo di chiusura realizzato in Italia. Ripresa calcio? Viene prima la salute del pallone. Ritengo che oggi sia impossibile stabilire quando si tornerà a giocare, perchè i calciatori rischiano la propria salute. Gli stadi vuoti sono un colpo al cuore: si gioca per i tifosi, disputare 12-13 partite senza tifosi, sinceramente a me da calciatore darebbe fastidio e dispiacerebbe. Il problema del calcio è prioritariamente economico, per l’UEFA e per tanti singoli club che rischiano di sparire”.
Sul taglio degli stipendi proposto dalla Lega Serie A ai calciatori italiani, Dacourt aggiunge: “So che i giocatori della Juve hanno operato un parziale taglio. E’ normale che il sindacato dei calciatori protegga i propri tesserati, i calciatori dovrebbero individualmente decidere se aiutare il proprio club in base ai propri stipendi. Non tutti guadagnano come Cristiano Ronaldo”
Una chiosa finale sulla sua esperienza romana: “Roma è una città fantastica, con un pubblico meraviglioso. Giocare all’Olimpico mi dava una carica pazzesca. Ho vissuto anni bellissimi, poi scelsi di andare all’Inter raccogliendo la sfida di un club che non vinceva lo Scudetto da 17 anni. Rimpiango di non aver vinto nulla in giallorosso, sarebbe stato stupendo festeggiare con i tifosi romanisti”