Ieri mattina alle 11 l’aereo di Dan Friedkin si è alzato in volo da New York, dove invece stava albeggiando, verso le 6. E in molti hanno pensato che la direzione fosse proprio Roma, per mettere fine alla storia di Juric e cambiare ancora una volta in corsa le carte in tavola. Del resto, anche nei due loro precedenti esoneri – quello di José Mourinho prima e quello di Daniele De Rossi poi – il modus operandi era stato sostanzialmente questo, con la decisione arrivata due giorni dopo il patatrac (la sconfitta con il Milan per il portoghese, quella con il Genoa per DDR). Ed invece il Gulfstream G650, il jet privato del proprietario giallorosso, non ha preso la rotta verso est ma è andato dalla parte opposta, ad ovest, destinazione la California ed in particolare Los Angeles. E li sono stati fino a ieri sera tardi, probabilmente più presi dagli interessi personali che dalle questioni giallorosse. O forse proprio per interessi romanisti…
Perché in realtà a Los Angeles ha sede la Retexo, la società di Charles Gould, l’uomo degli algoritmi, quello che ha suggerito a Dan prima l’arrivo di Tiago Pinto e poi di Florent Ghisolfi, i due ultimi direttori sportivi giallorossi (anche se il portoghese aveva il ruolo di generai. manager e il francese quello di responsabile dell’area tecnica). Scelti sulla base dei numeri, dei dati e delle statistiche. Ed allora Dan e Ryan potrebbero essere lì proprio per studiare la situazione e trovare insieme al loro uomo di fiducia una soluzione nuova, esterna, un allenatore che non sia nessuno dei candidati attuali: non De Rossi (a cui i Friedkin dovrebbero chiedere sostanzialmente scusa, fattispecie che non rientra nel loro modo di fare o pensare), ma neanche Ranieri, Mancini, Terzic o Sarri. Un vero e proprio mister X che potrebbe saltare fuori presto, magari già venerdì prossimo, subito dopo Roma-Torino.
Anche dovesse portare a casa una vittoria, per Juric quella di domani potrebbe essere l’ultima partita alla guida dei giallorossi. (…) Lo scrive la Gazzetta dello Sport.