De Rossi: “Annoni il mio idolo. E a Ostia…”

De Rossi: “Annoni il mio idolo. E a Ostia…”

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GAZZETTA DELLO SPORT (A. CATAPANO) – Generi musicali? Metal, rock, pop, perfino il folk. Cantanti preferiti? Rage Against The Machine, Red Hot Chili Peppers, Oasis, Mumford &Sons e l’intramontabile Bob. «Da un po’ sono andato in fissa per Dylan, la musica di mamma e papà» . L’intervista di Rolling Stone a Daniele De Rossi, in edicola da venerdì, sfata un vecchio luogo comune— i calciatori tutti campo e playstation— e dimostra, anzi, che presi fuori dalla famigerata zona mista, sono più che semplici pallonari.

Conflitti Con De Rossi, poi, il mensile musicale è cascato bene. Intelligenza viva, personalità complessa, carattere tormentato. «Ultimamente— confessa —, già stare a casa con la nutella, le patatine, le briciole che cascano sul divano a vedere un film per me è divertimento» . «Perché ho dato la gomitata a Srna dello Shakhtar— gli chiedono —? È venuta così, c’era uno che mi rompeva le scatole ed è stata una cosa istintiva. La verità è che nel calcio italiano di buoni esempi se ne vedono pochi. A fine carriera— annuncia— difficilmente farò l’allenatore, magari andrò a giocare a Dubai o negli Stati Uniti» . Un uomo che vive questo tempo frenetico di conflitti, a volte finendone travolto, comunque senza mai voltarsi dall’altra parte. «Ho letto Saviano e ho visto il film. Lui ha aperto un mondo e lo ha fatto a suo rischio e pericolo, ora vive nella paura. Io non so se ne sarei stato capace, non sono così coraggioso da riuscire a mettere in discussione tutta la mia vita» .

Radici La sua vita, eccola: Roma, la Roma («Da piccolo i miei idoli erano Annoni, Bonacina e Thern, gente che dava tutto» ), i tifosi («Che ora non mi danno il massimo dell’amore» ), il mare di Ostia e la figlia Gaia, innanzitutto, per la quale «mi sono tatuato un Teletubbies con le parole di Favola dei Modà, gliela cantavo per addormentarla» . Separato da due anni, «ora vivo da solo a Campo de’ Fiori. Volevo provare l’esperienza di vivere in centro ed è indimenticabile: il profumo del mercato, i ragazzi dei banchi, il fornaio» . Ma gli occhi guardano sempre il mare, il suo. «Ostia per me è il 15 agosto con un miliardo di macchine e lo stereo a palla. Ho comprato un attico a 50 metri dal mare, d’inverno mi mette allegria, mi dà libertà, ho anche una moto d’acqua…» . La Roma di De Rossi, invece, sta tutta in questo aneddoto: «Dopo l’ultimo derby, mi sono infilato una maglietta di Totti sotto il maglione e sono andato al bar dove sono tutti laziali: non si sono fatti trovare…»

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