Leggo (E.De Franceschi) – «Ma noi abbiamo Conte». E lo dice chi questo Europeo non avrebbe nemmeno dovuto giocarlo, se gli infortunati di lusso Verratti e Marchisio e il ko di Montolivo, non gli avessero spalancato le porte del pre-ritiro azzurro a Coverciano. Daniele De Rossi in pochi giorni ha conquistato Antonio Conte e lui è stato conquistato dal ct. «Tante altre nazionali – spiega il romanista dal quartier generale azzurro di Montpellier – hanno delle stelle, ma poi il balzo con le riserve è molto alto. Invece qui c’è grande equilibrio fra chi gioca e chi subentra. E questo è un altro punto di forza», dice De Rossi, prima di toccare proprio «il tasto Conte». «Conte significa equilibrio e organizzazione, qualcosa che in campo pesa quasi di più di un giocatore bravo nell’uno contro uno, di uno che fa rovesciate. Questo è sicuramente un vantaggio rispetto ad altre nazionali e allenatori». Alla vigilia del match di domani a Lille contro l’Irlanda, con l’Italia già sicura del primo posto nel girone che attende solo di sapere quale sarà l’avversario tra Spagna o Croazia (molto più probabile) nell’ottavo di finale di Saint Denis di lunedì pomeriggio.
Pure De Rossi sarà “vittima” del maxi turn over che ha in mente il futuro allenatore del Chelsea. Uno dei più esperti del gruppo azzurro torna sullo scetticismo che circondava gli azzurri prima della partenza per la Francia. «Bisogna avere il giusto equilibrio nel giudicare e criticare. Siamo una squadra senza quelle individualità che rubano l’occhio, stelle riconosciute a livello internazionale come Hazard o Ibrahimovic. Ma – sottolinea –abbiamo altre caratteristiche che altre nazionali più blasonate in questo momento non hanno, come la grande compattezza e il grande gruppo che si è creato sia a livello emotivo che nella qualità dei ricambi». Il parallelo di De Rossi è chiaro: «Se dovessimo centrare la vittoria finale verremmo ricordati per sempre, come è accaduto al Leicester». La piccola Italia comincia a crederci.