CORRIERE DELLO SPORT – A. GHIACCI – Di nuovo in panchina. Per la sesta volta in questa stagione De Rossi è fuori per scelta tecnica. E la faccia del mediano raccontava tutto soltanto a guardarla: come poi ha confermato anche il dg giallorosso Baldini, non è contento, «non può esserlo in questo momento» . Zeman anche a Catania gli ha preferito altri tre compagni (Tachtsidis, Bradley e Florenzi), alla fine però è arrivata l’ottava sconfitta in campionato per la Roma e allora ecco che il tema è tornato a galla con veemenza. La domanda che in tanti si fanno in queste ore è semplice: può una squadra come la Roma attuale fare a meno di un giocatore come De Rossi? (…)
CRISI – Ci ha messo del suo, De Rossi, perché il rendimento, relativo alla prima parte di stagione, tra numero di presenze (solo 11 su 19 partite giocate sul campo) e gol all’attivo (zero) non era mai stato così basso da anni. Incomprensioni tattiche? Forse sì, alla base di tutto c’è soprattutto la possibile collocazione di De Rossi nel 4-3-3 di Zeman. In effetti il centrocampista giallorosso nelle sue stagioni migliori ha giocato benissimo sia con la Roma che con l’Italia quando ha sempre avuto un regista puro a fianco, da Pizarro a Pirlo. Il centrale di metà campo del 4-3-3, quello di Zeman e non quello di Luis Enrique, ha compiti diversi: deve giocare la palla velocemente, dopo soltanto due tocchi, possibilmente in verticale. Ecco allora che ormai Zeman in quel ruolo ha dimostrato di preferire Tachtsidis. (…)