IL TEMPO (T. CARMELLINI) – Il concetto ormai appare chiaro: millantato credito. Paoloni, messo alle corde dalla cricca, avrebbe sparato alto per cercare di non perdere credibilità nei confronti degli altri componenti della banda che puntava soldi su partite truccate. Non ci sarebbe infatti il nome di Daniele De Rossi nell’inchiesta sulle scommesse nel calcio aperta dalla Procura di Cremona. È lo stesso procuratore Roberto Di Martino a spazzar via ogni residuo dubbio sull’estraneità dai fatti del centrocampista giallorosso finito, suo malgrado, al centro della bufera. «Quella di De Rossi è una sciocchezza – ha detto il magistrato – ho chiesto informazioni ai miei ufficiali di polizia giudiziaria e mi è stato detto che il nome di De Rossi non c’è». Ma il danno ormai è fatto, perché De Rossi è stato pesantemente tirato in ballo dalle indiscrezioni filtrate proprio da Cremona giovedì pomeriggio. Il centrocampista della Roma annuncia, infatti, querele e adirà per le vie legali contro chi ha ingiustamente «esagerato» nel dare una notizia che al momento continua ad essere infondata. «Voglio sottolineare tutta la mia indignazione per quanto apparso su alcuni organi di stampa, e peraltro immediatamente smentito da autorevoli fonti giudiziarie riguardo una vicenda che mi vede del tutto estraneo». Lo sfogo del centrocampista affidato al sito ufficiale del club giallorosso. «Sono stati fatti riferimenti alla mia persona del tutto falsi e inventati, e per questo tutelerò la mia immagine e la mia onorabilità in sede giudiziaria contro chiunque associerà il mio nome a questa vicenda. Non ho altro da aggiungere». Lapidario, stravolto da questa ennesima tegola cadutagli sulla testa al termine di una stagione già piena di spigoli fastidiosi, e non solo sportivi. La decisione di affidare il suo sfogo a un comunicato è arrivata al termine di una riunione avvenuta ieri mattina negli studi dell’avvocato Conte in via Poma: presente oltre al calciatore e al legale della Roma anche Mauro Baldissoni (l’avvocato attuale referente in Italia di Thomas DiBenedetto) e il ds giallorosso Daniele Pradè. Laconico il commento di papà Alberto De Rossi, che oggi sarà impegnato con la Primavera giallorossa nele final eight per lo scudetto contro il Milan. «Ho appena mangiato e non vorrei che il pranzo mi rimanesse indigesto. Questa storia mi fa vomitare, Daniele si difenderà nelle sedi opportune». E la Roma? La società si schiera immediatamente dalla parte del suo tesserato con un comunicato pubblicato sul sito ufficiale. «In relazione a talune indiscrezioni – recita la nota del club – del tutto prive di fondamento, così come tempestivamente confermato da autorevoli fonti giudiziarie, pubblicate su alcuni organi di stampa, ove il nome del calciatore Daniele De Rossi è stato associato alla vicenda relativa al procedimento penale di cui si sta occupando la Procura della Repubblica di Cremona, la AS Roma ribadisce che supporterà, in ogni modo, il proprio tesserato nelle sedi competenti, nei confronti di chi ha leso l’immagine e l’onorabilità di Daniele De Rossi e agirà, conseguenziale, anche a tutela della Società stessa e dei propri azionisti». Immediata anche la reazione della Capitale. Il tam tam radiofonico dei tifosi ha fatto rapidamente il giro della città e tutti sono, ovviamente, dalla parte di «capitan futuro», tirato in ballo da un giro «infame». Ma non solo i tifosi, pure le istituzioni della Città Eterna hanno voluto manifestare solidarietà al centrocampista giallorosso: a partire dal sindaco Alemanno che ha sentito al telefono il giocatore. «Questa mattina – racconta il primo cittadino – ho telefonato a Daniele per esprimergli la mia personale solidarietà e quella della Capitale. Daniele è un patrimonio della Roma sportiva, della società giallorossa e della nazionale italiana. Avvicinare il suo nome a scandali che sporcano e rattristano il mondo dello sport è sbagliato e del tutto