“De Rossi e Totti sono due esempi di come si possa essere bandiere del calcio”. Lo ha detto Morgan De Sanctis, dirigente sportivo della Roma, a margine della prima edizione del premio“Inside the sport”, organizzato a Napoli da Mcl. “Lo hanno fatto, in una squadra importante come la Roma, che crede tantissimo nel proprio senso di appartenenza”. Rimanere fedeli alla maglia per tutta la carriera “non è semplice, anche perché si muovono tanti interessi e i giocatori si spostano in continuazione”.
“Però fondamentalmente io penserei di più al concetto che il calciatore è in ogni caso un professionista – ha affermato – indipendentemente da quante squadre cambia, l’aspetto fondamentale è che si comporti bene, faccio il professionista fino in fondo e che le società mettano in condizione i giocatori di poter giocare bene”.
Lavorare con Maurizio Sarri come allenatore della Roma? “Prenderò atto, quando la società avrà scelto l’allenatore, del tipo di allenatore che sarà e – ha assicurato – mi metterò a disposizione con il mio ufficio e le persone che vi lavorano per fare in modo che l’allenatore lavori nelle migliori condizioni”. “Non c’entra niente un gradimento da parte mia – ha sottolineato – deve interessare a Pallotta, al direttore sportivo, alla società”. Per De Sanctis, Meret “ha un profilo di portiereimportane”. “Lo è sempre stato – ha aggiunto – considerato tra i più forti fino alle nazionali giovanili, con un percorso di crescita che lo porterà probabilmente a fare una carriera con numeri importantissimi”. “In questo senso – ha concluso – io mi auguro che il Napoli lo tengo il più lungo possibile”.