CORRIERE DELLO SPORT – R. MAIDA – Destro vuole Sannino. Non nel senso che spera di giocare nel Palermo. Significa che spera di giocare a Palermo, la squadra allenata dall’uomo che l’ha valorizzato nella scorsa stagione nel Siena. «Ho un ricordo buonissimo di lui – racconta nella chat con i tifosi organizzata dalla Roma –, mi ha insegnato molto: a esempio la fase difensiva, che per una squadra impegnata nella lotta per non retrocedere era una cosa fondamentale. Insieme abbiamo fatto grandi cose».
IL MOMENTO – Due mesi dopo l’infortunio, due giorni prima della partita, come sta Destro? «Abbastanza bene, il ginocchio sta rispondendo in maniera positiva. Mi sto allenando con il gruppo per cercare di recuperare la migliore condizione. Per quanto riguarda Palermo deciderà l’allenatore, io sto lavorando per essere disponibile il prima possibile». Con Andreazzoli, tra l’altro, lui non ha mai potuto giocare a causa dell’incidente di fine gennaio. Ma la possibile coesistenza con Totti non lo spaventa: «Non farò problemi. Deciderà il tecnico se e quando schierarmi. Di certo Francesco è un campione, chiunque vuole giocare al suo fianco. Guardandolo cerco di apprendere il più possibile».
TRAGUARDI – Destro non è pentito di avere scelto la Roma. E la città di Roma: «E’ un posto fantastico, la città più bella del mondo. In più c’è un tifo meraviglioso a sostenerci. Tra qualche anno vorrei vincere qualcosa qui, l’obiettivo è quello. Con l’infortunio, gli obiettivi che hai in testa un po’ vengono accantonati, ma l’obiettivo è quello». A fine stagione intanto dovrebbe essere chiamato da Mangia agli Europei under 21: «Ma in questo momento non ci penso. La mia priorità oggi è dare un contributo importante alla Roma. Negli ultimi tempi sono stato quasi sempre a Trigoria per la riabilitazione, non vedo l’ora di tornare in campo». Nemmeno l’ipotesi del Mondiale del 2014 con la nazionale maggiore lo ossessiona: «Partecipare a un Mondiale è il massimo per qualunque giocatore. Ma adesso a causa dell’infortunio penso solo a rientrare. Poi altri discorsi si faranno in futuro». (…)