Alberto Di Chiara, intervenuto a Radio Power Station, all’interno del contenitore ‘Roma Caffè’, ha parlato della Roma: “Si è sempre detto che Roma ha questo attaccamento ai colori che sfocia in tante trasmissioni e voci che danno occasione alla gente di farsi portavoce degli umori della pizza. Certo, alle volte si eccede e per questo si dovrebbe essere in grado di pore un filtro a questa comunicazione: per evitare di finire in caciara – come si dice a Roma – ma senza temere di ridursi al silenzio. E’ un discorso più generale che non investe solo Roma. Quello che succede a Roma succede anche a Firenze, solo che lì la cassa di risonanza è minore. Roma ha 5-6 milioni di abitanti, è normale che ci siano tante fonti, inevitabile”.
“Lecce-Roma è una partita alla portata della Roma, il tasso tecnico della squadra non si discute”, ha proseguito Di Chiara presentando il match al Via del Mare, Ma è sulla testa e sull’atteggiamento che si dovrà tenere alta la concentrazione. La squadra ha reagito bene alle dimissioni di Ranieri e all’arrivo di Montella: Bologna e in parte Parma sono state una buona partenza. Il Lecce era partito come cuscinetto e invece oggi, tra le candidate alla retrocessione, è quella che si sta comportando meglio. La Roma dovrà fare attenzione e non farsi condizionare da tutto quello che le gira intorno”.
“La continuità la si raggiunge tappa dopo tappa. E così la Roma dovrà vivere il suo futuro partita dopo partita cercando di impegnarsi e concentrarsi al massimo”, ha suggerito Di Chiara, “Montella dovrà trasmettere tranquillità e consapevolezza, per organico la Roma è una squadra da scudetto. Ranieri l’anno scorso ha preso una squadra che non aveva più nulla da perdere e grazie a questa libertà mentale è stato in grado di portarla a un passo dal titolo. Montella sa quali sono gli umori dei suoi giocatori, ha smesso da poco e in questo è agevolato, dovrà esser bravo a caricarli e Roma-Lecce potrebbe essere un buon trampolino per lanciarsi in questo finale di stagione”.
Su Mourinho: “Ho letto di un ritorno di Mourihno alla Roma, non so se si tratta di fantascienza, ma di sicuro è un allenatore che costa quasi come Messi. Bisognerà chiedere a Unicredit, ma Mourinho a Roma sarebbe un evento clamoroso che prima di accarezzare bisogna valutare dal punto di visto economico. Di sicuro la comunciazione romana ne trarrebbe beneficio”.
Chiusura dedicata agli affetti: “Al di là delle soddisfazioni che mi sono tolto a Lecce e dimenticando quell’episodio eccezionale quanto doloroso per i tifosi romanisti (Roma-Lecce 2-3, 1986, ndr), io sono romano e il mio cuore tende di più verso i colori giallorossi. Quella giornata fu clamorosa. Giocavo con mio fratello e tornammo a Roma, nel quartiere di fede giallorossa di Cinecittà un po’ timorosi. Invece non accadde niente, la gente era rimasta ammutolita dentro lo stadio. Incredula. Sento parlare di voci di combine, come sempre accade di fronte ad eventi clamorosi come quella partita. Certo, si potevano evitare alcune manifestazioni come il giro di campo di Dino Viola come se lo scudetto fosse stato già vinto mentre si era ancora appaiati alla Juventus. Episodi così danno sempre quel pizzico di cattiveria in più che in campo ti rende impermeabile a qualsiasi tipo di messa in scena.”