Eusebio Di Francesco, dopo la vittoria per 4-2 sul Barcellona della scorsa notte ha parlato ai cronisti presenti in conferenza stampa prima di lasciare lo splendido stadio di Dallas e volare alla volta di Boston:
“Sono contento per la prestazione. Credo che possiamo ancora migliorare alcune scelte tattiche, dobbiamo continuare a lavorare. A inizio secondo tempo eravamo sporchi nel palleggio, cercavamo poco la verticalità, cosa che poi abbiamo ricominciato a fare con tutti i cambi“.
Ha la sensazione che la Roma, con Malcom, ha perso un gran giocatore?
“L’ho vissuta con grande tranquillità. Se lo ha preso il Barcellona vuol dire che avevamo visto bene anche noi. Io sono contento di quelli che ho, se lui ha scelto il Barcellona non ci posso fare niente.”
Qual è la considerazione dopo la partita?
“Dobbiamo lavorare ancora di squadra. Siamo solo a fine luglio, la nostra condizione non è ottimale. Loro dal punto di vista fisico erano più brillanti, li abbiamo subiti. Sono sereno, se la mia squadra ore fosse brillante sarei più preoccupato.”
Cosa ne pensi dello stadio?
“Il campo poteva essere migliore, ma lo stadio è spettacolare e impressionante. Non ho mai visto nulla di simile, uno stadio così bello. E anche un’ottima cornice di pubblico.”
Come farà la Roma a ripetere la stagione dell’anno scorso?
“Con la grande voglia di crescere e migliorarsi. E’ difficile ma dobbiamo rinnovarci e continuare ad avere ambizione. Dobbiamo far sì che i giovani entrino nel nostro sistema, non c’è la bacchetta magica per farlo. E’ giusto avere l’ambizione di farlo, ma serve lavoro, lavoro, lavoro.”
E’ soddisfatto di quanto fatto finora? Rispetto alla partita col Tottenham, è aumentato il pressing?
“Sì, è un concetto che in questo momento può anche far male, portare a non essere lucidi. Ma ci sta, perché sbagliando si migliora. Alcune cose sono state fatte bene, altre no, ne sono consapevole. Il Barcellona, al di là dei singoli, ha enormi qualità di palleggio come squadra. Quando abbiamo cercato immediatezza nella profondità, soprattutto contro una squadra che si apre tanto, è stata la nostra forza.”
Arriverà un giocatore o più di uno? E in caso, qualcuno partirà?
“Non dobbiamo affollare la rosa. Il nostro direttore sportivo è molto stanco, non dorme, ma è attivo sul mercato e stiamo valutando alcune scelte. Ma gran parte della squadra c’è. Non voglio avere troppi giocatori, non ne voglio 30. Voglio che ogni giocatore possa avere la possibilità di giocare e mostrare le proprie abilità.”
La Roma gioca molto offensiva, ma dà l’impressione che se non tutti partecipano allo stesso modo si può aprire facilmente. Come si risolve?
“E’ il problema di una squadra che quando vuole fare qualcosa lo esaspera, è normale. A volte può capitare che un contrasto fa saltare tutto il meccanismo, è un filo sottile. La condizione atletica è fondamentale, si raggiunge lavorando con la qualità che hanno mostrato tutti durante il ritiro. La squadra che fa meglio non è quella che non sbaglia, ma quella che sbaglia meno.”