IL TEMPO (A. AUSTINI) – Si gioca tanto, non ancora tutto e lo fa rischiando su se stesso. Di Francesco cambia di nuovo la Roma, la stravolge rispetto a Madrid: a Bologna oggi pomeriggio vedremo sei titolari diversi. E che titolari: Kluivert da «tribunato» del Bernabeu a sostituto di Under, lo Schick peggiore in campo di Champions gioca al posto dell’inamovibile Dzeko. L’altra novità clamorosa è Marcano terzino sinistro, con Kolarov in panchina insieme ai suoi teorici sostituti Santon e Luca Pellegrini. Una scelta chiaramente tattica, per cercare di aiutare una difesa fin qui troppo fragile non solo contro i fenomeni del Real. E la Roma non vorrebbe essere la prima squadra a concedere un gol in stagione al Bologna. «Tocco ferro» dice l’allenatore quando gli ricordano il dato statistico. Se nella notte non avrà cambiato idea sulla formazione, caricherà su se stesso altre responsabilità in un momento difficile di per sé. Il turnover era in preventivo, ma include altri messaggi al gruppo: anche i senatori come Dzeko e Kolarov possono finire fuori se non rendono. «Tutto quello che faccio – spiega Di Francesco – è per il bene della Roma. È il messaggio che voglio mandare a chi critica per costruire e a chi lo fa per distruggere. Non accetto le offese, l’ironia sì: hanno fatto un quadretto simpatico con “l’allenatore nel pallone” che ci stava tutto. Sono molto arrabbiato per quello che si sente, ma è una rabbia giusta e la voglio trasferire nel modo positivo».
In sala stampa il tecnico conferma l’analisi dei giorni scorsi: il problema, a suo dire, è nella testa dei giocatori. «Siamo lontani parenti della Roma dell’anno scorso -spiega – ma possiamo tornare. Deve scattare qualcosa dentro di noi, ritrovare quel fuoco che vi assicuro che io ho. E siccome sono a capo di tutto, devo tirarlo fuori dai calciatori a partire da questa partita in cui dobbiamo dimostrare di esserci. La gente è giusto che pretenda di più da noi. La testa si può allenare? Sì, se uno ascolta e non si tappa le orecchie. Entrare nella testa è fondamentale ed è il lavoro principale da fare ora. Ho fatto una riunione con tutta la squadra, magari parlo più con alcuni e meno con altri. Serve l’attenzione nella partita, il viverla, rimediare l’errore del compagno, invece noi pensiamo che un altro la risolve. Questa squadra corre male o quando recupera palla ne sbaglia tante. Ma corre». Poi va nel dettaglio delle scelte. «Quando hai tantissimi giocatori qualcuno in tribuna lo devi lasciare. Per Kluivert a Madrid poteva anche essere un segnale ma stavolta sarà titolare. Kolarov ha bisogno di riposare per l’età e per i tanti impegni che abbiamo, Schick poteva fare meglio ma adesso va sostenuto: non possiamo giocare tutte le partite della stagione con Dzeko». Non fa una piega, a patto di vincere. Altrimenti ne sentiremo delle belle, molto più pesanti di «Allenatore nel pallone».