IL TEMPO (F. SCHITO) – Si conclude con una sconfitta la partecipazione della Roma all’International Champions Cup. I giallorossi perdono di misura (2-1) contro i campioni d’Europa del Real Madrid. Gli uomini di Lopetegui partono forte, passando in vantaggio dopo nemmeno cento secondi con la rete di Asensio imbeccato magistralmente da Gareth Bale, poi è proprio il gallese a siglare il raddoppio madridista in appena un quarto d’ora. L’avvio del match non è certo dei migliori per Dzeko e compagni, apparsi appesantiti dal lavoro della tournée americana e poco brillanti. Notizie positive per Di Francesco arrivano dalla prestazione di Pastore e, nella ripresa, dai guizzi di un Kluivert capace di accendersi sulla fascia sinistra e dare spunti e concretezza all’attacco giallorosso.
Ancora da registrare l’affiatamento della coppia dei centrali difensivi: in avvio, il tecnico abruzzese ha schierato Fazio e Marcano ed entrambi hanno fatto fatica a contenere le sfuriate delle “merengues”. Dzeko è apparso appannato nelle poche occasioni in cui gli è capitato il pallone tra i piedi ma per Di Francesco non c’è da preoccuparsi: «Sono partite che ti fanno capire dove devi lavorare. Sicuramente alcune cose le dobbiamo migliorare, ma abbiamo giocato contro squadre di livello altissimo, è possibile sbagliare. Non mi è piaciuta la fase difensiva iniziale, hanno lavorato in maniera disordinata e avrei preferito non succedesse, specialmente sul primo gol in avvio che ha poi determinato la dinamica della gara». Una gara in cui i giallorossi hanno mostrato tutti i limiti di una squadra non ancora in condizione ottimale: «Il concetto – ha proseguito il tecnico romanista – è sempre che si è lavorato per arrivare al campionato in una buona condizione. Questo è un momento in cui la squadra ha messo tanto lavoro nelle gambe, pensate che Coric che è entrato gli ultimi 20 minuti mi ha detto che sentiva le gambe pesanti. Vuol dire che abbiamo spinto abbastanza, come è giusto che sia. Abbiamo fatto tanti trasferimenti, una tournée lunga, ma io sono dell’idea che queste partite lasciano sempre il tempo che trovano. Le mie scelte non sono fatte in base all’undici migliore, ma cerco di portare tutti in condizione. Nella preparazione quando lavori duro, inizialmente non sarai mai brillante, ma alla lunga nella partita la condizione migliora: i giocatori hanno più gamba avendo maggiore condizione sul lungo periodo che non sul breve».
La nota che ha acceso particolare curiosità nella ripresa del match è stata la scelta di schierare Schick per venticinque minuti alla destra di Dzeko. Una soluzione che non aveva convinto nella stagione scorsa, ma che Di Francesco sta rivalutando in questi giorni: «Ho voluto rivederlo in quella zona dove aveva giocato in passato e non avendo in questo momento a disposizione dei mancini ho voluto mettere lui per vedere come si muoveva ancora. Potrà succedere in futuro che adotti questa soluzione sia dall’inizio che a partita in corso, ha caratteristiche differenti dai soliti esterni». Oggi la squadra rientrerà nella capitale.