DiBenedetto Junior: “Totti is the number one”

DiBenedetto Junior: “Totti is the number one”

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CORRIERE DELLO SPORT – Il primo pro­blema è stato quello della cintura. Sì, proprio quella che gira intorno ai pantaloni lunghi dei giocatori di ba­seball. Thomas Di-Benedetto Junior, ancora con la gola infiammata, ma pronto al primo al­lenamento con la sua nuova maglia, rossa, e berret­tino in tinta con grossa R sulla fronte, si è bloccato mentre i suoi nuovi compagni di squadra già sgambettavano sul terreno di gio­co. Niente paura. La presidentessa Graziella Casali, che di questa squadra è praticamente tutto, è andata di persona a prenderne al­cune, gliele ha misurate nello spo­gliatoio, poi ha scelto quella giu­sta spedendolo in campo con un buffetto sulla guan­cia.

E’ iniziata così l’avventura italiana del giovane TDB, che in mattinata era stato raggiunto da alcune radio ro­mane alle quali aveva dato già dei titoli importanti, nonostante si trincerasse dietro una marea di forse e no comment. «Totti? Num­ber one » . E ho detto tutto… « Un giocatore fondamentale, da ammi­rare, a prescindere dalla squadra per cui si tifa. Basta vedere le sue imprese per rimanere stregati. Giocherebbe titolare in qualsiasi club e chi ce l’ha se lo deve tenere stretto» .

Inevitabili le altre domande sul­la Roma. Papà Thomas è in arri­vo? Si firma nei prossimi giorni? Cosa pensi della squadra?
«Mio padre sta arrivando in Ita­lia, ma credo per venire a trovar­mi e per vedere la mia prima di campionato… (ma lo dice col sorri­so timido e autoironico di chi non vuole e non può dire di più, ndi) Non chiedetemi di dire Forza Ro­ma o altre cose del genere. E’ tut­to prematuro, sta succedendo tut­to in pochi giorni, sicuramente la mia famiglia si sta dirigendo ver­so l’Italia, diciamo che io ho fatto da apripista, magari sbagliando città… No, scherzo naturalmente».

A proposito, lei è già stato a Ro­ma?
«Sì, quando avevo 13 anni, in va­canza e naturalmente la città mi è piaciuta tantissimo. Il Colosseo, San Pietro, tutte cartoline che ho sempre conservato nel mio cuore. E poi come si mangia bene a Roma! Spa­ghetti sopra ogni cosa. Ne vogliamo parlare?».

In realtà vorrem­mo parlare d’altro, sempre della Roma naturalmente. Per esempio di quali giocatori servirebbero al­la squadra giallorossa per la pros­sima stagione, di che mercato po­trebbe fare TDB senior.
«Non potrei proprio dirlo. Però non vedrei male in giallorosso qualche buon giocatore statuni­tense, chessò io, Bradley (Aston Villa, centrocampista figlio del Ct Usa, ndi) o lo stesso Donovan. Ma solo se serve per rinforzare la squa­dra ».

E come allenato­re? Ancelotti le piace?
(Ride) «Lo cono­sco solo di no­me…».

Thomas e il cal­cio.
«Lo gioco da sempre, mi diver­te. Fino a qualche anno fa ero an­che bravino, un centravanti di movimento ma anche capace di far gol. Poi ho scelto il baseball, che vuoi, tradizione di famiglia…».

Il soccer americano è una cosa, il football un’altra.
«Guarda, ti dico che il mio batte­simo calcistico da appassionato è stato Argentina- Grecia, Boston, 1994 campionato del mondo. L’ulti­ma partita di Mara­dona che quel gior­no segnò tre gol».

Assolutamente non male come de­butto. E questa scelta, di venire a giocare in Italia?
«E’ una possibilità che mi è sta­ta offerta. Sono riuscito ad avere la cittadinanza italiana e penso che possa trattarsi di un’esperienza importante, magari per rientrare poi nel mondo del professionismo Usa».

Ma sembra che tutta la famiglia DiBenedetto sia sul punto di tra­sferirsi.
« E’ un momento particolare, probabilmente mio padre prende­rà una casa a Roma e nel nostro futuro prossimo ci sarà molta Italia. D’al­tronde qui non si sta mica male».

Thomas jr. e gli altri sport.
« Mi piacciono molto il basket e il football americano, meno l’hockey su ghiaccio, ma in realtà siamo una famiglia di sportivi a 360 gra­di ».

Non può essere comunque una coincidenza il suo arrivo a pochi giorni di distanza dallo sbarco di suo padre a Roma.
«Eppure le dico che sono due co­se separate, che per caso si stanno incrociando in questi giorni. Il Reggio Emilia mi ha contattato nel settembre scorso, non l’altro ieri».

Da lunedì Thomas Senior po­trebbe essere il nuovo proprieta­rio della Roma.
«Non so dire che tempi ci sono. Di sicuro verrà a vedermi il 9 apri­le, quando debutteremo contro l’Arezzo».

E la Roma giocherà a Udine la sera stessa una partita delicatissi­ma…
«Davvero? Non lo sapevo»

I giallorossi in Champions, qua­si un’esigenza per la nuova socie­tà.
«So che la Champions League e le manifestazioni internazionali piacciono molto a me e anche alla mia famiglia».

Thomas jr. privato e al di fuori del baseball.
« Mi piacciono gli altri sport, amo i film, soprat­tutto quelli ameri­cani e la musica rock. Bruce Sprin­gsteen un grandis­simo ».

Fidanzato?
«Sì (e diventa tut­to rosso, ndi). Co­me si chiama? Non ve lo dico. Forse verrà a trovarmi a Reggio Emilia».

Giocherà col numero 44 e il 21 maggio giocherà contro la… Ro­ma. Di baseball, naturalmente. Ri­torno nella capitale il 30 luglio, quando la nuova Roma, quella del calcio, avrà già una nuova fisiono­mia. Laureato al Trinity College in Economia, Thomas jr ieri ha ri­sposto a mille telefoni e a molti mi­crofoni, parlando qualche volta con imbarazzo non di sè ma di quello che sta per “combi­nare” suo padre. Chissà, forse avrebbe voluto dire a quale interbase del passato si ispira o quali sono le sue qualità migliori nel dirigere una difesa di una squadra di baseball. Ma nessuno glielo ha chiesto. Niente male. Da oggi ci penseranno il suo allenatore e l’eclettica presidentessa emiliana che sogna una sfida coi mitici Red Soxs di Boston.

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