Diciotto anni di gestione Sensi: dalla “rometta” allo Scudetto. Una vita dedicata...

Diciotto anni di gestione Sensi: dalla “rometta” allo Scudetto. Una vita dedicata alla Roma

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Diciotto anni, tanto è durata l’avventura della famiglia Sensi alla guida della As Roma. Franco Sensi diventò presidente nell’autunno 1993 quando, dopo aver salvato con Pietro Mezzaroma la società dal fallimento della gestione Ciarrapico, diventò unico proprietario e presidente. Nei 18 anni di presidenza della famiglia Sensi, prima con papà Franco e poi con Rosella, alla Roma è successo di tutto. Franco Sensi è stato il presidente che è riuscito a fare grande la “Rometta” e portarla al tricolore.

Lo scudetto del 2001 – Dopo gli anni di Mazzone, Bianchi e Zeman che non sono riusciti a portare in alto la Roma, la svolta arriva nel 2001 quando con una grande campagna acquisti arrivano a Roma i vari Capello, Emerson, Samuel e Batistuta. La cavalcata della Roma in testa al campionato fino all’apoteosi del 17 giugno rimane il ricordo più bello della gestione Sensi. Oltre a quello scudetto in questi 18 anni la Roma ha conquistato anche due Supercoppe Italiane (2001 e 2007) e due Coppa Italia (2006-2007 e 2007-2008) e tanti secondi posti, forse troppi. La presidenza di Franco Sensi è stata caratterizzata anche dai contrasti con il “palazzo” e con le squadre del Nord (soprattutto Juventus e Milan) a cui Sensi si voleva opporre. I contrasti con Moggi e Galliani quando Calciopoli ancora non esisteva sono rimasti nell’immaginario collettivo del tifoso romanista che si è affezionato a questo presidente che in maniera genuina voleva proteggere la sua Roma. Franco Sensi morì nel 2008 a 82 anni, 30.000 persone accorsero al Campidoglio per l’ultimo saluto all’uomo che aveva regalato di nuovo un sogno ai tifosi giallorossi dopo il compianto Dino Viola.

Rosella presidente – Papà Franco lasciò la presidenza alla figlia Rosella a cui lasciò grandi onori ma altrettanti oneri. La società di famiglia, la ItalPetroli aveva collezionato nel corso degli anni diversi milioni di euro di debito nei confronti della banca Unicredit, e mentre sul campo la Roma continuava ad alternare belle stagioni a totali disastri, iniziò la battaglia sulla successione della società. Sotto la guida tecnica di Luciano Spalletti la Roma giocava il calcio più bello d’Italia se non d’Europa ma i titoli non arrivavano; secondi posti a ripetizione nell’era post-Calciopoli e due volte ai quarti di Champions League erano traguardi importanti ma che lasciavano i tifosi sempre con l’amaro in bocca dell’occasione sprecata.

Il debito e la cessione – Fuori dal campo invece Rosella deve fare i conti con la situazione economica della società che versa in condizione disperate e deve chiudere l’accordo per la cessione della Roma nel piano di rientro del debito di 325 milioni di euro nei confronti dell’istituto di credito e la sua diventa ufficialmente una presidenza pro tempore. Nel corso degli anni Rosella Sensi si deve confrontare anche con gli investitori che mettono gli occhi sulla Roma, viene accusata di aver rifiutato l’offerta del magnate Soros e anche i propositi di acquisto di Fioranelli (rivelatosi un bluff) e Angelini, veri o presunti che siano, vengono rispediti al mittente. La Roma però nonostante i grandi problemi finanziari riesce a lottare per lo scudetto anche nella stagione scorsa con l’arrivo sulla panchina di Cludio Ranieri, il sogno si infrange nella partita interna contro la Sampdoria dopo un’incredibile sorpasso sull’Inter del Triplete.

Arriva lo Zio Tom – Il resto è storia recente, il consorzio americano guidato da Thomas Di Benedetto riceve l’esclusiva da Unicredit per trattare il passaggio di proprietà e il 15 aprile arriva la tanto sospirata firma. La nuova era della Roma inizia negli studi legali di Boston a migliaia di chilometri di distanza da Trigoria e anche questo sta a significare come si volti pagina radicalmente dalla gestione romanista e familiare degli ultimi 18 anni, tanto è durata l’avventura della famiglia Sensi alla guida della As Roma.

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