“I’m back”: sono le parole pronunciate da Tammy Abraham appena entrato a Trigoria ieri per il primo allenamento della Roma in vista della sfida di campionato contro la Sampdoria. E la squadra giallorossa spera che l’inglese sia tornato davvero, ma quello dello scorso anno, capace di segnare 27 gol tra Serie A e coppe. Perché ad oggi l’attacco sembra essere il vero tallone d’Achille di questa Roma che vuole centrare ad ogni costo l’accesso alla Champions. Un traguardo che sarebbe ossigeno puro per i conti del club ma anche una garanzia per la permanenza di Josè Mourinho (oltre che di altri giocatori in stand-by per il rinnovo).
Abraham ha messo a segno solo 6 gol in campionato, ma in generale lì davanti il piatto piange. Belotti, seppur in crescita e oggi preferito ad Abraham dallo Special One, è fermo al palo, poi una rete per Solbakken (arrivato a gennaio), 3 per El Shaarawy e 9 da Dybala: 19 totali, pochissime se pensiamo che il solo duo Osimhen-Kvaratskhelia al Napoli ne ha realizzate 33, troppo poco per pensare di arrivare in Champions. Negli ultimi anni solo la Sampdoria nel 2010 con una media come la Roma di 1,29 gol a partita riuscì nell’impresa. Mourinho chiede più gol ai suoi attaccanti anche per migliorare la media punti, ora di 1,74, che proietterebbe a fine anno i giallorossi a 66 punti ma non abbastanza per centrare l’Europa che conta vista la concorrenza.
Come scrive Leggo, nel frattempo continuano le voci di mercato. Proprio per Abraham si registra il pressing di Everton e Aston Villa, mentre ci sono speranze per l’uscita definitiva di Carles Perez: il Celta Vigo vorrebbe riscattarlo, ma in lizza ci sono anche Sassuolo e Torino.