Gianni Dragoni, giornalista de “Il Sole 24 ore”, ha parlato a Centro Suono Sport nella trasmssione ‘Febbre a 90’, riguardo la cessione alla cordata americana di Thomas DiBenedetto
Ci hanno stupito le dichiarazioni di Tamraz, ovvero di un interessamento non solo per la Roma ma anche di Italpetroli
“Mi fa sorridere questa uscita all’ultimo minuto di Tamraz. Quando una trattativa sembra andare verso la conclusione, sembra un’operazione di disturbo. Due settimane fa si era parlato di un’offerta tedesca, questa sembra calcare lo stesso solco”
Non potrebbe ricalcare quella di Sawiris?
“Ammettiamo anche a quello che lui dice, avrebbe potuto manifestarlo prima dell’ultimatum del 30 marzo. L’Adnkronos è un organo di una certa importanza, il proprietario Giuseppe Marra fa parte del consiglio di amministrazione della famiglia Sensi. Forse per la famiglia Sensi fa comodo che saltasse la trattativa con gli americani visto che sono sempre stati contrari a vendere. La vedo come una situazione poco trasparente e poco attendibile”
Ci risulta che Rosella Sensi non abbia da tempo a che fare con la Roma ormai. Queste sono dichiarazioni di Tamraz…
“Nel mondo degli affari a volte ci sono delle persone che si prestano a fare delle dichiarazioni per ragioni di rapporti o di altro. Se aveva questi interesse, Tamraz doveva muoversi prima, doveva manifestare interesse all’acquisto della Roma entro il 31 gennaio. Dirlo adesso è da leggere come un modo di fermare qualche altra cosa. Non è chiaro. E’ vero che Rosella Sensi non hanno un ruolo forte nella gestione, ma è anche vero che la Sensi deve controllare la Roma e può mantenere lo stipendio di un milione l’anno”
Non è un tentativo un po’ debole per disturbare DiBenedetto?
“Sicuramente”
Ci hai parlato di scarsa trasparenza nella trattativa con gli americani…
“La composizione della cordata di DiBenedetto è la prima cosa che non vedo chiara. Non sappiamo da chi è composta, sono tutti sconosciuti, gente importante che è stata in America non li conosce. Coma mai Unicredit che dice di rimanere con il 40% deve girare una parte, cioè il 20% della Roma a soci italiani di cui non si sa chi siano? Anche questo è un meccanismo inconsueto. Se verrà firmata la vendita, l’impressione è che questi americani siano uno schermo che in prima battuta non possano uscire”
Personaggi che secondo te sono individuabili?
“Unicredit prende il 40% della Roma e il 20% li girerà ai soci romani. Si è parlato di Angelini, poi Parnasi, la voce più insistente. Si sono fatti altri nomi. C’è anche chi pensa di un ritorno di Angelucci che però non piacciono alla piazza. Non è stato detto il nome dei soci, nelle trattative serie e chiare i nomi si sanno. Invece non è andata così”
E’ un modo che ti convince quello di Unicredit?
“Non mi convince per mancanza di trasparenza. E’ stato dato un mandato a Rothschild e non è stato nominato un bando pubblico ma un passaparola. Può essere che Unicredit non abbia un’opionione univoca su questa vicenda”