Gianni Dragoni, giornalista de Il Sole 24 Ore, è intervenuto sulle frequenze di Radio Ies:
Sullo slittamento al 31 marzo.
All’inizio di Febbraio Unicredit,in accordo con Rosella Sensi, aveva deciso di iniziare la trattativa in esclusiva con Di Benedetto facendo trapelare che mancasse davvero poco alla conclusione. Non è stato così, ed è difficile decifrare le cause dall’esterno. Fiorentino, che sembra indossare i panni dell’ amministratore delegato della Roma, qualche tempo fa ha detto “ci siamo”, in modo forse inopportuno viste le oscillazioni del titolo in borsa. Quello che sta accadendo è che la stessa banca non ha risposto alle memorie scritte da Di Benedetto, probabilmente ci sono degli accordi complessi tra la banca e i compratori. Lo slittamento non era previsto, ci avevano detto che tutto si sarebbe concluso giovedì. Io non so se basterà anche questo slittamento, visto con quanta lentezza procede la trattativa. C’è di buono che gli americani non sembrano aver cambiato idea.
Eventualità di un ritiro dell’offerta.
“L’offerta è vincolante, ma c’è comunque un termine al vincolo. Gli advisor della cordata americana hanno sempre detto che se fosse stato necessario qualche giorno in più non sarebbe stato un problema. Fino alla fine del mese, se si tratta di questo, non dovrebbe creare disagi. Mi chiedo se Unicredit al suo interno non sia scissa in varie correnti. Non si se tutti siano d’accordo con questa operazione, visto che comunque prevede la presenza di Unicredit nella gestione della Roma, continuando a contribuire e a pagare ancora per rivalorizzare la società.
Grava la situazione libica?
Credo di no perchè la Libia ha delle azioni, ma non influenza la gestione di Unicredit. Ha solo un rappresentate all’interno della banca, che tra l’altro ora è irreperibile.
Sull’offerta tedesca.
Vedo questa manifestazione tardiva un po’ misteriosa. Se ho detto qualche volta che anche la cordata americana ha degli aspetti un po’ misteriosi, anche se abbiamo nomi e foto, questa tedesca lo è ancor di più. La vedo più che altro come un’azione di disturbo, capita spesso in molte gare di vendita, soprattutto da parte di chi ha interessi economici a far si che la situazione rimanga inalterata. Un po’ come fu per la fantomatica offerta araba con Soros, o la cordata di Chinaglia interessata alla Lazio. Sempre situazioni difficili da verificare.