La fumata bianca tra Paulo Dybala e l’Al-Qadsiah è arrivata ieri pomeriggio. La Joya ha trovato l’accordo con il club per giocare i prossimi tre anni nella Saudi League. L’obiettivo, a quel punto, si è spostato sulla trattativa per il cartellino, tra la Roma e i sauditi che, in prima battuta, hanno offerto una cifra molto inferiore rispetto ai 12 milioni della clausola rescissoria, scaduta lo scorso 31 luglio. Un’offerta pari ad un terzo, per l’esattezza, facendo forza sul risparmio dei giallorossi sull’ingaggio attuale (16 milioni lordi) e su quello per la prossima stagione (9 netti). La Joya ha detto sì dopo un lunghissimo tira e molla che nella serata di martedì aveva visto l’ultimo rilancio dei sauditi: 25 milioni a stagione per tre anni, partendo da una base fissa di 18 più bonus in parte facili (fino a 20) e in parte più complessi.
L’argentino, che in mattinata si è allenato agli ordini di De Rossi, ha rotto gli indugi, poi ha avvisato la Roma della sua decisione e ha chiesto un incontro, andato in scena a Trigoria, tra il suo rappresentante Carlos Novel, principale intermediario in una trattativa che ha visto coinvolti anche Ali Barat e Fali Ramadani, e la dirigenza romanista, rappresentata dal Ceo Lina Souloukou e dal ds Florent Ghisolfi. La notizia della partenza della Joya non è stata presa bene (eufemismo) dalla tifoseria giallorossa, che sui social e nelle radio ha manifestato tutto il suo disappunto. Sul banco degli imputati sono finiti i Friedkin, “colpevoli” di essersi accontentati di pochi soldi rispetto al valore del calciatore. “Gli arabi hanno pagato tantissimi soldi per calciatori meno forti di Dybala e solo ora cominciano a risparmiare? Significa che la società è debole e che non vedevano l’ora di cederlo”. (…) Il Corriere della Sera.