Quindici presenze e poi per Paulo Dybala scatterà il rinnovo fino al 2026. Così dice il contratto firmato nell’estate del 2021. Se nei tre anni di permanenza in giallorosso la Joya dovesse giocare almeno il 50% delle partite (per almeno 45′), il contratto sarà automaticamente allungato di un anno. E facendo i conti, mancano una manciata di partite. Dybala nella prima stagio-ne ha all’attivo 33 presenze con quello specifico minutaggio, tra Campionato e Coppe, su un totale di 55 partite giocate dalla Roma. Lo scorso anno l’argentino si è fermato a 31 sulle 54 totali giocate dal club. Sommate fanno 64 presenze nel biennio.
Come scrive la Repubblica, l’ingaggio di Dybala questa stagione sarà di 16 milioni lordi. Con il rinnovo il costo a bilancio raddoppierebbe a oltre 30 milioni di euro. Tanti, troppi. Per un club che da mesi sta attuando una fortissima spending review a tutti i livelli. Dybala è diventato un lusso che non ci si può più permettere. E le mosse degli ultimi mesi hanno confermato questa volontà. L’incontro con De Rossi a giugno e i silenzi della società a luglio. Nessun discorso sul rinnovo, nessun coinvolgimento sui piani futuri del club attorno a lui. C’è un contratto e c’è una clausola. Il resto si vedrà.
Dybala percepisce che non è più intoccabile per De Rossi. A Liverpool le sensazioni diventano conferma. Nelle prove generali di Roma in vista del campionato Dybala non c’è.
Di contro la Roma non vuole privarsi del suo calciatore più forte, ma è obbligata a fare i conti con il bilancio. Un paradosso che avrà una risposta a Cagliari. Il giorno dell’eventuale prima presenza stagionale. Dybala partirà dalla panchina. De Rossi glielo ha già comunicato. Scelta tecnica è la spiegazione data al calciatore, che non è ancora al 100 per cento della condizione. Intanto ieri è arrivato nella Capitale l’agente Carlos Novel.