Chissà se in casa Juve sono stati tutto il giorno impegnati in riflessioni e riunioni. Speriamo sia andata così e che non abbiano avuto il tempo, a fine serata, di dare un’occhiata all’Europa League, magari per esorcizzare il rischio di scivolare giù dalla Champions. Perché, se invece è successo, e si sono sintonizzati sulla partita della Roma, parecchi tra i dirigenti avranno avuto un altro – legittimo – motivo di sconforto. Perché proprio lui, Dybala, al primo pallone a disposizione ha sentito più che visto la porta e – come d’altronde è nel suo infinito repertorio. a inizio ripresa, Mourinho ha calato il suo asso e – come detto – dopo un minuto il fortino è stato espugnato. La gara è naturalmente finita, perché – costretti ad uscire dal guscio – i finlandesi si sono dolcemente offerti alle progressioni di Zaniolo e compagni.
Come scrive la Gazzetta dello Sport, al di là degli umori in casa bianconera, ciò che piuttosto colpisce – in Dybala – è quel sorriso ritrovato, la leggerezza che accompagna le sue giocate, le sue magie: lo specchio, in un oceano di incertezze, di una fiducia finalmente ripescata. Fiducia in se stesso e in un ambiente che lo ha messo al centro del progetto tecnico, della scena e dei rapporti personali. Questo, molto più dell’ingaggio che si è quasi dimezzato, ha convinto l’argentino ad affrontare la nuova traiettoria della propria carriera.