La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese-M.Cecchini) – Adeguandoci allo spirito che cominciamo a sentire nell’aria, è un po’ come se si sposassero Babbo Natale e la Befana. Ad occhio e croce, una grande festa. Ovvero: stasera all’Olimpico dovrebbero giocare per la prima volta insieme dal primo minuto Edin Dzeko e Patrik Schick, la coppia d’attacco che fin dall’estate sta facendo sognare i tifosi della Roma. Per far sì che il «magic moment» non venga rovinato occorre che il Cagliari non si metta di traverso, cosa che invece i rossoblù di Lopez hanno tutta l’intenzione di fare. Ed è per questo che Eusebio Di Francesco, pur nella solita logica del turnover intenso (circa cinque cambi di media fra un match e l’altro), stavolta dovrebbe puntare su un undici di assoluta garanzia, nonostante all’orizzonte incombano il Torino (mercoledì all’Olimpico in Coppa Italia) e la Juventus(sabato in trasferta in campionato).
CACCIA AL GOL – «Il Cagliari è molto pericoloso davanti con Pavoletti, Joao Pedro e Farias – dice l’allenatore giallorosso – ma noi dobbiamo giocare per vincere. Questa settimana abbiamo fatto tante esercitazioni che stimolavano i miei calciatori ad attaccare la porta e a fare gol. Nelle ultime gare, per quanto costruito, siamo stati poco cinici e concreti. A questo dobbiamo rispondere con i fatti cercando di portare a casa il risultato, anche se fa sempre piacere lo zero reti al passivo della nostra difesa». Tra l’altro, il fatto che Dzeko parli il ceco (ha giocato nell’Usti nad Labem e nel Teplice) aiuta la comunicazione. «Questo favorisce – ammette Di Francesco –, magari se Schick non capisce qualcosa che dico, gliela può spiegare Edin. È un piacere sentire che i ragazzi si siano integrati, specialmente due che giocano nello stesso ruolo. Ho lavorato in queste settimane con Patrik e mi è piaciuta la sua capacità di adattarsi in un ruolo in cui era abituato relativamente. È possibile vederli insieme, ma non mi piace che parliate di coppia. Noi abbiamo un tridente in cui Schick può giocare sia da prima punta sia da esterno, con qualità più a destra che a sinistra. Certo, deve lavorare ancora tanto fisicamente ma anche tatticamente. È abituato a muoversi in maniera differente anche nell’aggredire gli avversari, però è molto intelligente. Dai test effettuati ha grandi margini di miglioramento e grandi mezzi non solo tecnici ma anche fisici, e questa è una sorpresa positiva. Comunque è un po’ indietro rispetto agli altri sotto tutti i punti di vista, ma questo non vuol dire che non possa giocare dall’inizio». D’altronde, la missione è chiara: «Ci mancano gol rispetto alle altre grandi. Sicuramente possiamo farne di più perché abbiamo dimostrato di averne le capacità per quello che abbiamo creato. Abbiamo bisogno di reti da questi giocatori, devono crescere».
NAINGGOLAN, L’EX – Chi cresciuto lo è già e per questo non può fermarsi mai èNainggolan, grande ex della sfida, nonostante sia diffidato. «Preparare questa gara pensando già alla Juve sarebbe l’errore più grande. Ci sono condizioni che devo valutare non solo in base alle diffide». A proposito di rotazioni, il discorso scivola anche sul mercato. «Ci sarà da considerare anche le volontà di chi è più o meno contento, un aspetto che chi lavora sul gruppo non può non tenere in considerazione». Vero, per questo l’abilità di Di Francesco piace a tanti club. «Io non ho fatto ancora niente e c’è ancora molto da fare.Chi si accontenta alla fine cade e non ottiene nulla. Noi stiamo lavorando psicologicamente per non accontentarci e io devo essere il primo. Non penso assolutamente alle chiacchiere, perché sono contentissimo di allenare la Roma. Se vogliamo diventare più grandi anche come mentalità, dobbiamo ambire ad andare avanti in tutte le competizioni». Probabile che farlo con Dzeko e Schick in tandem, possa rendere tutto più facile.