Sky Sport ha dedicato uno speciale ad Edin Dzeko, raccontando attraverso le immagini, i gol, i suoi racconti recenti e quelli di alcuni suoi ex compagni di squadra e famigliari, la sua carriera calcistica. Questo l’estratto dedicato alla Roma.
Sulla foto con la sciarpa giallorossa al collo: “Ero ragazzino, anche io certe cose non le ricordavo. Poi ho visto quella foto e mi sono detto che sono romanista da sempre, non dal 2015″.
Sulla scelta della Roma: “Sapevo che il mio tempo al City stava per finire, mi convinse Sabatini. Il ds mi venne a trovare in Croazia e mi disse che senza di me non sarebbe tornato a Roma. Non è stato uno che è venuto e ha lasciato in sospeso le cose, lui è stato diretto, ogni minuto si accendeva una sigaretta (ride, ndr). Dopo è stato tutto più facile perché le società già si conoscevano, il resto lo conosciamo”. “Una cosa incredibile – racconta sull’arrivo nella capitale – , pensavo si vedesse solo in televisione, avevo sentito che i tifosi giallorossi erano calorosi ma non mi aspettavo un’accoglienza del genere all’aeroporto”. Sul debutto in amichevole col Siviglia: “Abbiamo giocato bene, feci due gol e come inizio era promettente guardando poi la partita contro la Juventus in casa dove abbiamo vinto, abbiamo iniziato bene quel campionato”. E sul primo gol in giallorosso contro la Juventus: “Non mi aspettavo di fare gol, Iago Falque crossò e segnai. Purtroppo dopo abbiamo avuto delle battute d’arresto e non siamo più stati noi”.
Di Spalletti racconta: “Diceva a tutti che si doveva dare di più, voleva che i palloni andassero in verticale per l’attaccante e quel gioco per me fu importante, altrimenti non avrei mai fatto 39 gol”.
“In campionato ci sono stati alti e bassi – così sul primo anno di Di Francesco alla Roma – , ma in Champions League abbiamo fatto un cammino straordinario che nessuno si aspettava. Per prima cosa, nessuno pensava che avremmo superato il turno avendo nel girone Atletico Madrid e Chelsea, tutti pensavano che saremmo retrocessi in Europa League”.
Ripercorre il cammino in Champions, fino all’impresa col Barcellona e la sconfitta in semifinale con il Liverpool. Sul debutto contro l’Atletico Madrid nella fase a gironi: “Alisson ci salvò in diverse occasioni, i Colchoneros avrebbero meritato di vincere”. “Penso che quella sia stata una grande partita per come l’abbiamo giocato – così sul 3-3 col Chelsea – , tra l’altro segnai un gol che probabilmente è il più bello della mia carriera”.
Sulla sconfitta all’andata dei quarti contro i blaugrana: “Quando abbiamo preso il quarto gol ero molto dispiaciuto, sul 3-1 ero più fiducioso. Di Francesco preparò molto bene il match di ritorno ed è stato merito suo se poi abbiamo passato il turno”. Sulla storica rimonta, 3-0, al ritorno all’Olimpico contro il Barcellona: “Tutti dicono che sono stati eliminati per demerito loro, la verità è che abbiamo giocato bene noi per tutta la partita. Penso che quella partita sia stata clamorosa, la guardo spesso e ancora non mi capacito di quello che abbiamo fatto”. “Non voglio ricordare quella partita – racconta sul 5-2 ad Anfield nell’andata della semifinale contro il Liverpool – , l’abbiamo buttata perché in semifinale fa male perdere così, quella partita rimane lì nella mia testa”.
Su Fonseca: “Gli dissi subito che con me non avrebbe mai avuto problemi, non ne ho mai avuti con i miei tecnici. Iniziai la preparazione e poi sono rimasto a Roma. Fonseca parlava spesso con me e mi diceva di rimanere, mi diceva di essere felice quando mi allenavo”. E sullo spogliatoio della Roma: “Siamo tutti amici, anche da altre parti ti fai degli amici però qui a Roma siamo sempre tutti insieme, siamo un gruppo importante e siamo tutti molti amici”. “Quando segni sei il numero uno, quando non lo fai devi essere ceduto. Sappiamo come funziona, in tanti parlano. Tutti possono dire quello che vogliono, l’importante è ciò che vuoi ascoltare e sentire”, così sulle critiche.