LA REPUBBLICA (F. BOCCA) – Sei gol e un gran batticuore, un calcio allegro e divertente. Anche se all’Olimpico il 3-3 col Genoa non è piaciuto affatto ed è stato accolto con qualche mugugno. Il risultato è ottimo per la squadra di Andreazzoli, molto meno per quella di Fonseca, che è ancora în alto mare e continua a fare risultati poi non motto diversi da quelli che furono di Di Francesco o Ranieri. La Roma ha evidenziato grandi problemi in difesa, mentre in attacco molto più entusiasmante è la giovanissima coppia genoana Kouamé-Pinamonti che ha segnato dei gran gol.
La prima stagione senza i totem Totti e De Rossi, la Roma di una nuova era, guidata da un portoghese gentile stratega, tutto l’opposto di Mourinho, è cominciata sotto gli occhi anche del ct Mancini che è venuto a verificare le proposte azzurre della Roma. La partita contro il Genoa è stata quasi la continuazione della stagione passata. La Roma ha capito subito che oggi molte squadre possono metterla In difficoltà, semplicemente giocando con asprezza, concentrazione, annullando abbastanza facilmente i suoi talenti che spesso si spengono quando il gioco si fa duro. Lo spettacolo della Roma dunque va a sprazzi e si alterna a veri tracolli, a ogni gol (Under, Dzeko, Kolarov) corrisponde una reazione del Genoa (Pinamonti, rigore di Criscito, Kouamé) che la squadra di Fonseca non ha saputo arginare. Andreazzoli tiene testa al più illustre collega portoghese, e il gioco di Schone, Kouamé e Pinamonti alla fine vale quello di Under, Kluivert e Dzeko.
Come si poteva prevedere, il top nella Roma lo raggiunge “il cigno di Sarajevo” come lo chiama lo speaker dell’Olimpico, con un’azione spettacolare in cui salta progressivamente quasi tutta la difesa del Genoa per far gol con un destro prepotente. La Roma ha fatto bene a non farsi scappare Dzeko, ma nemmeno lui può bastare se non ci si sbriga a dare un senso e un’anima a una squadra ancora una volta stravolta, ma rimasta anche a metà. La Roma è stata frullata sul mercato, ma la sua rivoluzione non è stata ancora completata. Fonseca ha
mandato in campo quel che restava della formazione dello scorso anno, in panchina sono finiti almeno una sessantina di milioni di acquisti (a parte Pau Lopez, Mancini e Zappacosta sono entrati nel secondo tempo). Il problema del difensore centrale esiste e non si può ipotizzare – come ha detto lo stesso Fonseca: di poterne addirittura fare a meno. La stessa partita col Genoa, fulminanti gol di Pinamonti e Kouamé e gli interventi scomposti di Juan Jesus, ma non solo lui, ne sono stati la dimostrazione. Chiusi i capitoli Alderweireld e Lovren perché troppo costosi e perché è dura fare braccio di ferro con Tottenham e Liverpool, restano aperte le soluzioni di Rugani e di Nkoulou, che vorrebbe lasciare il Torino. C’è una settimana di tempo per chiudere.