FOCUS CGR – Al bando ogni forma di scaramanzia: tra i segreti della Roma 2.0 di Luciano Spalletti c’è indiscutibilmente il rendimento della coppia Salah-Dzeko.
COSI’ DIVERSI, COSI’ DETERMINANTI – 10 gol e 4 assist il bosniaco, 8 gol e 5 assist l’egiziano, con cinque rigori complessivamente procurati e poi finalizzati. Un bottino di reti straordinario dopo dodici giornate, ma soprattutto di assoluta incisività sui risultati della Roma, che nascono da lontano, da quel mirabile lavoro tecnico-tattico impostato in questi mesi da Spalletti.
In serie A, attualmente, nessuna squadra dispone di una coppia gol così devastante: 18 per i due giallorossi, seguono a netta distanza Ljajic-Belotti nel Torino, Icardi-Perisic nell’Inter e Immobile-Keita nella Lazio con 13 reti complessive, poi Milik-Callejon a 11 per il Napoli e Higuain-Dybala con 10 per la Juventus.
Già nella scorsa stagione, sotto l’egida di Rudi Garcia, a sprazzi Dzeko e Salah avevano dimostrato di avere caratteristiche complementari. Un esempio? Il primo tempo col Leverkusen all’Olimpico in Champions League, quando la Roma si portò sul 2-0 dopo pochi minuti, era nato dalla ricerca vicendevole, tramutata poi in passaggi decisivi e finalizzazioni, del duo Dzeko-Salah. La crisi tecnica che ha investito il francese nelle settimane successive, oltre ai due infortuni che in momenti diversi colpirono i due attaccanti, ha irrimediabilmente rallentato la loro intesa.
DZEKO IS ON FIRE, SALAH HA LE ALI – Mutuando il motivetto che i tifosi irlandesi la scorsa estate hanno dedicato a Will Grigg (eroe di Belfast) nel corso dell’Europeo in Francia, si può certamente affermare che Edin Dzeko è risorto e oggi in A è un vero pericolo per le difese avversarie. Da brutto anatraccolo, il cigno di Sarajevo è rinato grazie alla cura Spalletti, che sin da Pinzolo ha deciso di mettere al centro del suo attacco il centravanti “classico”, dando alla Roma una vesta tattica diversa da quella affascinante e produttiva ammirata nella seconda parte della scorsa stagione con il “falso nueve” e quindi il tridente leggero. In entrambi i casi però Momo Salah è stato ed è tuttora la chiave del gioco offensivo della Roma: in assoluto dall’arrivo del tecnico di Certaldo, l’egiziano è il calciatore maggiormente utilizzato e al quale Spalletti difficilmente rinuncia. Al netto dei numeri straordinari dei due attaccanti, esaltati certamente anche dall’apporto dell’intera squadra da centrocampo in su, non vi è dubbio che per come Salah sta incidendo sulle sorti della Roma, sbagliando in un anno e mezzo forse un paio di gare in campionato, a gennaio bisognerà correre ai ripari attraverso il mercato, a causa dello spauracchio rappresentato dalla Coppa d’Africa, che priverà la Roma del suo genio egiziano per circa un mese e che potrebbe restituirlo poi in condizioni fisiche precarie, come accaduto due anni fa per Gervinho.
Ultima considerazione statistica: la Roma con 29 reti ieri sera si è riportata in testa alla classifica del miglior attacco del campionato. Non essendo andata a segno in due gare su 12 (contro Fiorentina e Empoli) di fatto la squadra giallorossa ha una media di 3 reti a partita. In Europa solo quattro squadre nei massimi campionati hanno segnato di più: Monaco 36, Barcellona 32, Real Madrid 31, Liverpool 30.