Dzeko, tra dolori e pochi gol: il 2021 sa di ‘Canto del...

Dzeko, tra dolori e pochi gol: il 2021 sa di ‘Canto del cigno di Sarajevo’

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Parma vs Roma Campionato di calcio serie A 2020/2021

FOCUS CGR – Col senno di poi, se a settembre scorso la Roma avesse chiuso con la Juventus l’affare Dzeko, ingaggiando al suo posto Milik, forse tutti i protagonisti della storia avrebbero vissuto più felici e contenti. La società avrebbe incassato 17 milioni di euro per un classe 86′, risparmiando 13 milioni di euro lordi e investendo contestualmente su un attaccante più giovane e con più motivazioni (4 gol in 8 partite a Marsiglia, proprio finito non era).

NUMERI – Il bosniaco, cambiando aria, non avrebbe discusso con Fonseca, non avrebbe perso la fascia da capitano e probabilmente avrebbe ritrovato gli stimoli che oggi sembrano esser definitivamente sopiti. Ecco, il vulnus della storia attuale di Dzeko con la Roma è proprio questo: il centravanti giallorosso appare demotivato e lontano parente del numero 9 che i tifosi hanno ammirato per anni. Nel 2021 l’ex City ha realizzato solo 3 gol in 11 apparizioni: l’ultimo in campionato contro la Samp il 3 gennaio, più due sigilli in Europa League contro il Braga. E’ attualmente 148° in Europa tra i bomber dei Top 5 campionati mentre il suo competitor in rosa, Borja Mayoral, con 9 reti è 16° (terzo tra i calciatori che militano nel nostro campionato dietro Ronaldo a quota 11 e Muriel a quota 10).

INFORTUNI E INCOMPRENSIONI – La sensazione però è che Edin non abbia solo perso smalto sotto porta. L’infortunio muscolare contro il Braga all’adduttore e il nuovo stop accusato col Napoli sono le spie allarmanti di una condizione fisica precaria, che gli impedisce di ritrovare la brillantezza di un tempo. Al bosniaco manca anche quel fuoco emotivo che lo accompagnava fino a qualche tempo fa. Non è stato mai un trascinatore per cattiveria agonistica, ma a livello tecnico un punto di riferimento assoluto per la manovra offensiva assolutamente sì. Oggi Dzeko spalle alla porta è un calciatore quasi anonimo: spesso anticipato o surclassato fisicamente dagli avversari, raramente rintracciato dai compagni sulla trequarti dove è sempre stato capace con un paio di tocchi di innescare un compagno in verticale. Nel primo tempo contro il Napoli ha giocato pochissimi palloni e in una sola occasione liberandosi al limite dell’area ha avuto la possibilità di tirare verso la porta, ma la conclusione è stata debole e imprecisa.

Recentemente il centravanti giallorossa ha scelto di affidarsi ad Alessandro Lucci come nuovo procuratore (sulla scia di Kolarov e De Rossi). La sensazione è che ad un anno dalla scadenza naturale del suo contratto, a prescindere dal destino di Fonseca con cui i rapporti sono stati ricomposti solo per quieto ma momentaneo vivere, a giugno si troverà una soluzione per separarsi, dopo stagioni esaltanti ma anche contrastate. Tre-quattro ipotesi di cessioni superate tra polemiche e veleni, cinque allenatori incrociati nella capitale, con i quali i rapporti non sono mai stati idilliaci ma anche 116 gol in 248 partite, che lo hanno consegnato alla storia del club come il terzo marcatore all time.  Sarebbe bello però se, prima del Canto del Cigno (di Sarajevo), si aggiungesse una postilla immaginaria all’opera di Chechov, con un finale di stagione diverso, magari in Europa, condito da gol decisivi che trascinino la Roma a Danzica. Per non lasciarsi, con il sapore amaro di una storia d’amore finita male.

 

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