IL ROMANISTA – C. FOTIA – Non era esagerazione quando, qualche settimana fa, titolammo “La slavina”, in riferimento all’apertura del processo sportivo sui risultati delle indagini giudiziarie relative alla prima tranche del calcio scommesse.
Ora è arrivata la valanga sui singoli calciatori, sulle società, persino sulla nazionale. E non è finita qui. Non solo perché il Pm di Cremona, De Martino, prevede coinvolgimenti diretti delle società che, nel caso fossero dimostrati, comporterebbero non solo penalizzazioni di punti, ma la retrocessione diretta. Devono infatti arrivare ancora i risultati delle inchieste di Napoli e Bari. E’ un giorno amaro per il calcio italiano, perché emerge un sistema diffuso di corruzione e malaffare che muove un enorme giro di denaro illegalmente ottenuto (si parla di 2 milioni di euro solo per la partita Lecce-Lazio). Si appalesa un coacervo di interessi ben rappresentato dalla foto di quel pranzo nel quale si sono ritrovati criminali incalliti, giocatori del Genoa e della Lazio, ultras genoani. Il materiale raccolto dagli inquirenti è davvero imponente e ci consegna comunque la foto inquietante di un mondo dove calciatori che già guadagnano milioni di euro frequentano loschi figuri che fanno balenare loro la possibilità di ulteriori illeciti arricchimenti, nel quale ci sono società che fanno finta di non vedere quel che tutti sanno o che partecipano direttamente alla manipolazione dei risultati per ottenere vantaggi di classifica, e ci sono allenatori che sono direttamente coinvolti.
Tutto ciò, poiché noi siamo garantisti, dovrà essere naturalmente provato oltre ogni ragionevole dubbio in sede penale. La giustizia penale agisce tuttavia su un piano diverso da quella sportiva: difatti, mentre la prima deve colpire i reati, la seconda deve giudicare e sanzionare comportamenti che violano i codici di lealtà e correttezza. Ci auguriamo che ciò avvenga a tutti i livelli e senza guardare in faccia nessuno, se non si vuole che il pubblico abbandoni sempre più questo sport. Intanto, dobbiamo dire che il calcio si conferma specchio fedele del paese, ne introietta valori e disvalori, vizi e virtù. Il calcio è malato così come lo è la nostra nazione, la corruzione e il malaffare dilagano, intrecciandosi con la malapolitica e la criminalità organizzata, contagiando ogni ganglo della nostra vita civile. Ma non tutti sono uguali né nella società, né nella politica, né nel mondo del calcio. Ci sono i complici del malaffare e quelli che lo combattono. Per anni tutti coloro che in politica denunciavano il degrado del paese, erano attaccati come giustizialisti, forcaioli, moralisti.
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