IL ROMANISTA – La decisione, già presa nelle scorse settimane, è stata confermata da quello che è successo sabato pomeriggio all’Olimpico: la Roma del futuro, oltre al talento, punterà molto sul carattere. Perché, questo il pensiero degli americani, le partite si vincono con le giocate, ma nei campionati a fare la differenza è sempre il temperamento. Quello che alla Roma, in questa stagione, è mancato quasi sempre.
Col Palermo la goccia che ha fatto traboccare il vaso: coi tre punti contro i siciliani, quella Champions che lo stesso DiBenedetto aveva definito «fondamentale» sarebbe stata a portata di mano, con tutto quello che ne consegue. Visto invece il suicidio giallorosso, adesso le possibilità sono ridotte al minimo e questo alla nuova proprietà non è piaciuto affatto. Così come a tutti i tifosi romanisti. Detto questo, anche senza la partecipazione alla Coppa più prestigiosa, la Roma che verrà allestita per la prossima stagione punterà comunque su giocatori di primo piano. Giovani, forti e su cui instaurare un progetto a lunga scadenza.
Con qualche eccezione. La prima risponde al nome di Gigi Buffon. Il portiere – che ieri contro la Fiorentina è tornato in campo con la Juventus – è pronto a lasciare Torino per celebrare, dopo anni, quel matrimonio con la Roma troppo spesso rimandato. Il suo arrivo potrebbe essere inserito in una serie di trattative che potrebbero riguardare sia Menez sia Vucinic, entrambi stimati da Marotta. In difesa, si dovrà prendere un centrale in grado di sostituire Mexes. Il primo nome sulla lista è quello di Kjaer del Wolfsburg, 22 anni, costo una decina di milioni, conosciuto e apprezzato da Sabatini e Baldini. Un altro nome caldo è quello di Cesare Bovo, cresciuto nel vivaio giallorosso e ora al Palermo. Si può prendere per circa 5 milioni, magari come terzo centrale, e a 28 anni è pronto per il definitivo salto di qualità. Dal punto di vista tecnico e, soprattutto, caratteriale. Perché la nuova Roma non può più permettersi figure come quella di sabato.