E scatta la contestazione

E scatta la contestazione

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IL TEMPO (E. MENGHI) – Imperdonabile. Per la peggior sconfitta in Italia dal 1950 non bastano le scuse della società, arrivate tramite la voce di Di Francesco e Monchi, la contestazione dei tifosi, giustamente infuriati, era inevitabile e non si è fatta attendere. Finita la partita a Firenze, col tabellone luminoso a sottolineare il doloroso 7-1, i 2.500 del settore ospiti hanno fatto partire i cori «andate a lavorare» e «tifiamo solo la maglia», De Rossi ha guidato sotto lo spicchio giallorosso del Franchi una piccola rappresentanza della squadra, in cui figurava anche quelKolarov che alla partenza da Termini aveva reagito male al sostenitore che gli aveva suggerito di svegliarsi. La «sveglia» però l’ha presa la Roma e dopo l’umiliazione anche le teste più dure si abbassano.

«Non snobbatela, noi ci teniamo», era stato il messaggio recapitato via striscione all’Olimpico nella sfida d’esordio nella competizione con la Virtus Entella, ma 90 minuti dopo è il dramma. L’eliminazione, per come è arrivata, esagerata e ingombrante, ha riacceso gli animi che sembravano essersi placati man mano che la Roma mandava segnali di ritrovata salute, ma in realtà non è mai guarita e da ieri notte è ripiombata nel caos. Mentre i tifosi al triplice fischio si davano appuntamento a Trigoria, organizzando una protesta in piena regola, i giocatori aspettavano nella pancia del Franchi la decisione sulle modalità di rientro nella capitale, proprio per evitare di finire nel vivo dell’inevitabile contestazione.

E proprio come era successo dopo Bologna, quando un Pallotta «disgustato» mandava tutti in ritiro e su Di Francesco si allungavano le prime ombre, la squadra ha cambiato programma e invece di tornare a casa in treno ha dovuto farlo in pullman, girando alla larga dalla stazione di Firenze dove gli ultras si erano raccolti per aspettare al varco giocatori, allenatore e dirigenti. Non è la prima volta che da quelle parti si creano tensioni simili, anche dopo l’1-1 di campionato a inizio novembre, tra le polemiche arbitrali, i sostenitori giallorossi si erano ritrovati a Campo di Marte e avevano insultato i calciatori «mercenari», poi erano saliti sullo stesso treno, costringendo le forze dell’ordine a creare un cordone per tenerli divisi, evitando chela situazione degenerasse.

Un rientro agitato che stavolta è stato scongiurato grazie ad un escamotage, ma il confronto sarà inevitabile nelle prossime ore. Mentre scriviamo la Roma è in viaggio verso la capitale in pullman, in base all’orario di arrivo si sarebbe deciso di far dormire o meno la squadra nel centro sportivo, in ogni caso questa mattina alle 11 dovranno essere tutti a Trigoria per la ripresa degli allenamenti in vista del Milan in un clima che si prospetta pesante. Tutti davanti alle proprie responsabilità, ma con una partita importantissima da preparare, uno scontro diretto per la futura Champions, che adesso più che mai è una priorità. L’ancora di salvezza di una stagione da non ricordare.

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