CORRIERE DELLO SPORT – M. EVANGELISTI – Rudi Garcia li dispone in campo e lascia che pensino. Per giocare a calcio non è necessario pensare, però aiuta. Durante la settimana il francese dalla faccia sporca – del carbone del Nord, della furia dell’esteta prestato al pallone – allena il corpo e la mente dei suoi. La domenica, il sabato o quando accidenti i palinsesti televisivi decidono che la squadra debba esibirsi accende la sua scacchiera meccanica e controlla che i pezzi si muovano secondo scenografia. Pronto a correggere ogni interpretazione sbagliata, con le urla e con parchi gesti delle mani.
Nessun dorma con il ballerino di flamenco Rudi in panchina. La sua girandola parte dalla difesa, che si chiude e riparte con un centrale dai piedi fini. Abbastanza fini da lanciare l’azione con giudizio. La Roma ha un bello scartabellare tra i cartellini: in rosa uno simile non c’è. Quindi il direttore sportivo Walter Sabatini gira la Spagna anche per incartare e portare via Adil Rami, 27enne francese condotto dallo stesso Garcia allo scudetto nel 2011 con il Lilla. Piace molto a Napoli e Barcellona. Ma se arriva, e sarebbe importante arrivasse, il tecnico approfitterà senza scrupoli del fatto che Benatia, altro acquisto in programma, può giocare indifferentemente in mezzo o sulla fascia destra.
Serve una catapulta arretrata anche perché il centrocampo favorito dell’allenatore non è una fila di violini. Al contrario è forte, fisico e ben piantato su due mediani. Tra i quali può esserci un regista oppure no. La cosa più simile a un regista che ci sia oggi nella Roma è Pjanic. (…)