La Roma schianta il Chelsea e mette un piede negli ottavi di Champions. Oggi sembra impensabile che i giallorossi non battano il Qarabag nel ritorno in casa, ma basta un punto a Madrid con l’Atletico nel prossimo turno. Tre a zero all’Olimpico, neppure le migliori previsioni accreditavano un tale rotondo risultato, che fa bene al calcio italiano perché accorcia un po’ le distanze tra Serie A e Premier. La doppietta di El Shaarawy suona di buon auspicio per la Nazionale in vista del playoff, la rete di Perotti ha seppellito quel che restava dei Blues. C’è stata partita per 40 minuti scarsi, fino al 20, quando il Chelsea ha smesso del tutto di rispondere ai comandi del suo «boss». Di rado abbiamo visto una squadra di Conte così poco «contiana». Disattenzioni difensive a nastro, bassa intensità, mollezza offensiva. Pare che tra Contee il Chelsea sia finita la magia. Qualcosa di affine a quanto accaduto un anno fa a Leicester con Ranieri. Prendi la Premier e scappa, verrebbe da dire al prossimo allenatore italiano vincente in Inghilterra. I demeriti del Chelsea non devono oscurare i meriti della Roma, ottimi e abbondanti. Eusebio Di Francesco ha confermato quanto si sospetta da tempo: la sua radice zemaniana quasi non si nota più, «DiFra» è nemico degli estremismi offensivi. La Roma «difrancescana» ricerca equilibrio e solidità, non cede alla vanità del possesso palla esasperato (Sarri) e neppure insegue l’utopia del tutti avanti (Zeman). Rispetto all’andata, l’allenatore ha tolto Gonalons – che pure a Stamford Bridge aveva giocato con personalità – e lì nel mezzo ha ricollocato De Rossi. Una scelta di rispetto della forza degli avversari. Sull’1-0, quando Florenzisoffriva da morire la verve di Hazard, il capitano si è speso in corse e rincorse. Lì, in quei momenti di imperfezione, la Roma è stata sostenuta da De Rossi. Così è maturata una vittoria bella e storica, la più ampia contro un club inglese in Europa, alla pari col 3-0 rifilato all’Ipswich Town nella Coppa Uefa 1982-83. Il Chelsea per contro non perdeva per 3-0 in Champions dal novembre del 2012, allora contro la Juve. Maledizione Italia, per i londinesi. Indovinate chi allenava i bianconeri? Proprio Conte, all’epoca squalificato, per cui in panchina sedeva Alessio, il vice. Forse un cerchio si è chiuso.
Fonte: Gazzetta dello Sport