IL TEMPO – Inaugurazione nel 2016 con il primo gol segnato di Totti. Il sogno americano della Roma è costruire il suo stadio a Tor di Valle in quattro anni e farci giocare il capitano quando avrà appena compiuto 40 anni. Diciamolo subito: servirà un miracolo. Ma almeno stavolta il progetto della nuova casa giallorossa è concreto. A 500 giorni dall’acquisto del club, James Pallotta ha firmato a Orlando davanti alle telecamere il memorandum d’intesa con il costruttore Luca Parnasi, volato in Florida dove si sta allenando la squadra. La successiva conferenza in videocollegamento con Trigoria ha consentito ad Alemanno di benedire pubblicamente l’accordo tra il club e il gruppo Parsitalia. È la seconda volta in tre anni e mezzo che la Roma presenta il progetto di uno stadio di proprietà: l’idea del «Franco Sensi» da costruire a Massimina era solo l’ultima illusione di una proprietà ormai al collasso, ora gli americani sembrano davvero dotati di tutti i mezzi per arrivare al traguardo. «Contiamo di inaugurarlo durante la stagione 2016-17 – annuncia il nuovo CEO Italo Zanzi – dopo il Colosseo e l’Olimpico la città avrà la nuova casa della Roma che non sarà seconda a nessuna».
Pallotta ha incaricato l’architetto americano Dan Meis di progettare un gioiello. «Deve lasciare a bocca aperta chiunque lo veda», ha chiesto il presidente. «Sarà un simbolo dell’architettura della città» promette Parnasi, costruttore in grande ascesa. Per ora si può solo continuare a sognare l’impianto: la Roma ha tenuto chiuso nel cassetto il modello, limitandosi a indicare la capienza tra i 55 e i 60mila posti (sufficiente per ospitare una finale di Champions League) e a prevedere una spesa complessiva per un massimo di 300 milioni di euro.
Ma l’obiettivo del club è costruire lo stadio a costo zero o quasi grazie alla vendita dei diritti sul nome e quella anticipata dei posti. «Lo stadio – ha detto un raggiante Pallotta – rientra nel nostro progetto di rendere questo club uno dei migliori al mondo. Spero che sia Totti a segnare il primo gol nel nuovo impianto». Il capitano, lì accanto, ci crede forse più di lui e ora si aspetta a breve il rinnovo del suo contratto in scadenza nel 2014. «Ringrazio la società per questo sogno che i tifosi aspettano da tempo. Meritano uno stadio tutto loro per centrare obiettivi importanti. Per me sarà difficile ma non impossibile giocarci». È una sfida decisiva anche per Alemanno in vista delle elezioni. «Sarei venuto anche a piedi a questa conferenza – ha ammesso – visto che tutta la città sta aspettando lo stadio».
Il sindaco precisa che si tratta di «un’iniziativa finanziata da privati», promette che «non ci saranno speculazioni edilizie: la parte residenziale era già stata approvata per questa area». Poi detta tre condizioni: «Ci vorrà una grande attenzione all’ansa del Tevere, la chiusura del depuratore che verrà “tombato” e il potenziamento ferroviario nella stazione di Tor di Valle e stradale sull’Ostiense». Sui tempi: «Stringendo al massimo servirà un anno, se arrivasse la legge basterebbero otto mesi». E la Lazio di Lotito? «Mi aspetto presenti un progetto, ancora non è arrivato nulla». L’annuncio di ieri arriva al termine di un lungo iter avviato dall’advisor Cushman & Wakefield. «Abbiamo selezionato Tor di Valle partendo da una lista di oltre cento aree – ricorda a Trigoria l’ad Fenucci – sarà uno stadio del tutto nuovo, che consentirà un aumento dei ricavi immediato e una crescita culturale. Il traguardo del 2016 è ambizioso, ma siamo convinti di potercela fare. Stiamo ultimando il progetto e il business plan. I costi sono stimabili tra i 3mila e i 6mila euro a posto, la Roma di diventare proprietaria di una parte dell’area perché l’impianto si inserisce in un progetto immobiliare più ampio. Non abbiamo ancora ragionato su quale attività svolte a Trigoria verranno portate allo stadio, possibile immaginare gli uffici spostati lì». E anche i campi di allenamento, mentre a Trigoria rimarrebbero le giovanili. Museo, parcheggi, case, negozi: a Tor di Valle si costruirà tutto questo. Quando è il vero rebus.