CORRIERE DELLO SPORT (A. POLVEROSI) – L’Inter va in finale di Coppa Italia per la sesta volta negli ultimi 7 anni. All’Olimpico troverà il Palermo, ma la partita di San Siro si porta dietro un dubbio: chissà cosa sarebbe accaduto se Eto’o avesse segnato nel primo tempo, anziché nella ripresa. La sua rete, dopo un’ora di niente, ha scatenato una partita che presto si è trasformata in bagarre e in quel caos frenetico la Roma si è trovata a suo agio, ha dato il meglio di sé, finalmente con coraggio e rabbia. Ha pareggiato con Borriello e prima si è avvicinata al gol in più di un’occasione, compreso un doppio palo sempre di Borriello. Anche l’Inter è andata a un passo dal raddoppio con Pazzini e Milito. Insomma il niente si è trasformato in partita. Tardi, però, per la Roma.
Il primo tempo si è risolto in un lungo, estenuante, inutile palleggio che ha portato a zero gol e zero parate (vere) dei due portieri brasiliani. L’Inter ha pensato a occupare gli spazi, la Roma ha cercato di avanzare con la palla al piede, attraverso uno scambio continuo, a tratti anche bello a vedersi e perfino efficace, ma solo fino al limite dell’area interista. Lì si fermava. Totti non è utile (indispensabile) alla Roma solo perchè è il giocatore italiano di maggior classe, ma anche perchè dà alla squadra (e non all’avversario) un riferimento che non ha più senza di lui. Non può esserlo certo Menez, il cui unico scopo nella partita è stato quello di mostrare una bravura fine a se stessa: il francesino ha cominciato a perdere la palla al primo minuto e ha finito solo quando è uscito.
ZERO SPUNTI – Era una partita morbida e vuota. Poteva accendersi solo al 13′ quando la Roma si è davvero avvicinata al gol con uno scambio strettissimo fra Borriello e Menez e concluso con una mezza girata di De Rossi uscita di molto poco. Montella aveva ritoccato l’assetto, portando Perrotta sulla linea di centrocampo, accanto a Pizarro e De Rossi, ma anche la variazione tattica non dava risultati. Il ritmo era così basso che non c’era verso di farsi fregare. Sarebbe toccato alla Roma aumentare la velocità, raschiare in fondo al suo barile le ultime gocce di brillantezza, nel tentativo di far saltare una linea difensiva compatta ma soprattutto mai insidiata dall’attacco romanista.
LA ZAMPATA DI ETO’O – Non avendo molte risorse in panchina, quando Pizarro si è fermato alla fine del primo tempo Montella ha messo dentro Greco e spostato De Rossi (che stava soffrendo per un colpo al fianco) al centro del trio. Greco è andato a sinistra, per occuparsi anche di Maicon e l’ha fatto bene. La seconda mossa di Montella (all’11′) è stata quella di Vucinic al posto di Simplicio, che stava dando un po’ d’ordine al poco gioco della Roma, mentre Menez era ancora fuori partita. Forse Montella sentiva che di lì a poco avrebbe preso il gol e che avrebbe avuto ancora più bisogno di un’altra punta. Il gol dell’Inter è arrivato al 13′: cross di Kharja da destra, palla smorzata con la pancia e con la mano da Perrotta, l’ha agganciata Eto’o che l’ha piazzata di interno destro sul palo lontano. Come se giocasse a biliardo, ha mirato la buca e lì ci ha fatto ruzzolare la palla. Questi sono i gol alla Eto’o. In tutto ne ha segnati 34 ed ha raggiunto un altro mito della storia dell’Inter, Ronaldo, autore dello stesso numero di reti nel 97-98. Adesso punta Angelillo: gli mancano 4 gol.
UN ALTRO PALO-PALO – La rete del camerunense ha avuto il merito di interrompere la prima inutile partita e farne iniziare una nuova, nella quale Doni (grande intervento su Pazzini) e Julio Cesar (lo stesso su Borriello) sono finalmente entrati sulla scena. Doni è stato decisivo anche una seconda volta, su Milito, non abboccando alla sua finta in piena area, dopo la centesima palla persa da Menez e un lancio immediato di Zanetti. Julio Cesar, invece, è stato salvato da un palo- palo centrato da Borriello su tocco di Vucinic. Come Ibrahimovic il giorno prima a Palermo.
Borriello, liberato da Menez, ha continuato a colpire e al 39′ ha segnato il pareggio. Cross di Perrotta, testa in… pallonetto (Lucio ha sbagliato lo stacco) dell’ex milanista e 1-1. L’Inter si era adagiata da un pezzo e aveva lasciato spazi inspiegabili alla Roma. Il finale si è incendiato (quattro espulsi dalla panchina della Roma), Juan ha steso Milito in area, era rigore ma Orsato era lontano. Ultima azione, Doni era in area dell’Inter ed è saltato per colpire di testa, ma è stato anticipato dal suo collega.