Adesso più che mai serve chiarezza. Le preoccupazioni per la Lazio ora sono soprattutto per il fascicolo aperto dalla Procura di Avellino, direttamente collegato all’inchiesta della Procura federale. La Procura guidata dal reggente Vincenzo D’Onofrio vuole capire come nascano le difformità tra i tamponi effettuati dalla Futura Diagnostica di Avellino e le analisi svolte dai biancocelesti al Synlab o Campus Biomedico. Per il momento, nel mirino c’è soltanto la struttura campana, tanto che l’unico iscritto nel registro degli indagati è Massimiliano Taccone, il presidente del Cda del laboratorio e responsabile della struttura.
Come scrive la Gazzetta dello Sport, queste le ipotesi di reato: falso, epidemia colposa e frode in pubbliche forniture. Si vuole capire se i risultati dei test siano stati in qualche modo ritoccati. Nel caso in cui il positivo non dichiarato si sentisse libero di circolare, si configurerebbe il reato di epidemia colposa. Inutile dire che se dovessero emergere irregolarità tanto gravi, le conseguenze per la Lazio sarebbero pesantissime, prima a livello penale e poi sul fronte sportivo. Restano da capire poi i motivi di alcune mancate comunicazioni della Lazio alla ASL di competenza. Ciò non era compito del laboratorio di Avellino, ma del direttore sanitario, Ivo Pulcini.