IL ROMANISTA – M. IZZI – La notizia l’abbiamo letta ieri su tutti i giornali, Paolo Roberto Falcao in visita agli allenamenti di Vincenzo Montella. Non c’è che dire, ne ha fatta di strada Vincenzino da quando, nel febbraio del 2011, era lui che prendeva parte da “discepolo” agli stage formativi dei grandi allenatori dei club internazionali. Carlo Ancelotti lo ebbe ai tempi del Chelsea e lo descriveva come estremamente “intelligente e preparato”.
Ma il centro della nostra riflessione non è Vincenzino bensì proprio Paolo Roberto Falcao, da sempre se non vicino, sicuramente informato sulle vicende giallorosse. Il trauma della separazione tra Falcao e la Lupa è presto ricordato. Alla fine del torneo 1984/85 l’orientamento del Club sembrava ancora essere destinato ad una separazione con Toninho Cerezo.
Da quanto abbiamo letto anche nel recente libro “Lo stalliere del re”, Dino Viola avrebbe addirittura affrontato un colloquio con il divino per comunicargli la decisione di riconfermarlo in un’ipotetica coppia con Boniek. Cosa accadde in seguito? Certamente i dubbi della società continuarono a lievitare. Ne è una spia evidente l’atteggiamento che il brasiliano ebbe nelle ultime amichevoli di fine stagione. In quelle gare, Paolo teneva particolarmente d’occhio il ginocchio, ma badava di ritirarsi in disparte quando applicava il ghiaccio. Viola si era convinto che i problemi fisici del suo giocatore più rappresentativo fossero tutt’altro che in via di risoluzione, ma probabilmente nutriva anche un forte risentimento per essere stato costretto ad affrontare il rinnovo faraonico dell’impegno con il suo giocatore nell’immediata vigilia della finale di Coppa dei Campioni. Lo scambio di lettere tra i legali delle due controparti fu particolarmente aspro. Falcao, dal suo punto di vista, visse la vicenda come un’ingiustizia, un rinnegamento di quelli che erano stati dei patti liberamente presi. Lo strappo, con tanto di lettera di licenziamento inviata dall’AS Roma l’8 luglio 1985, fu come detto doloroso. Un particolare, non sappiamo se si tratti di verità o leggenda, riguarda il giorno dell’addio. Sembra che l’estrema mediazione forse tentata, (ma stiamo facendo semplice esercizio di deduzione non suffragata da nessuna notizia), da Riccardo o Ettore Viola, nel garage attiguo alla casa romana del brasiliano. Dopo il 10 agosto, quando l’avvocato Franceschinis dichiarò ufficialmente rescisso il contratto tra la Roma e Falcao, subentrò un periodo di distacco, un blackout assai doloroso che non venne a riassorbirsi neanche quando, nell’autunno del 1987, il Divino entrò nello staff di “Domenica In” per iniziare una fugace carriera televisiva italiana, poi ripresa, per la TV Globo brasiliana. Il rapporto conflittuale tra Falcao e la Roma era comunque motivo di dolore per Dino Viola. Già a cavallo tra il 1989 e la seconda metà del 1990 il Presidente della Roma riprese i contatti con la sua ex stella. Si è scritto a lungo, anche con scoop giornalistici dell’epoca, che Viola avrebbe cercato di favorire un rientro nei quadri giallorossi del “Divino”.
Può anche darsi e sicuramente il libro che Ettore Viola e Fulvio Stinchelli manderanno nelle librerie a gennaio del 2013 farà piena luce, ad oggi, però, sono portato a credere che il desiderio di Viola, fosse soprattutto quello di “risolvere le pendenze” con Falcao. Certamente, e questo è storia, dopo la morte, nel gennaio 1991 del presidente del secondo scudetto, la famiglia raggiunse una conciliazione con Falcao.
Sempre nel 1991, Paolo partecipò all’addio al calcio di Bruno Conti (nel 1987 aveva invece accettato di presenziare ad alcune iniziative benefiche tenute al Palazzetto dello Sport) e nel 1992, dopo l’addio di Ottavio Bianchi si parlò, con una certa insistenza (ma probabilmente con nessun fondamento) di un suo possibile approdo sulla panchina giallorossa. Negli anni 90, con assoluta certezza, Falcao venne consultato per delle consulenze su Cafu e Zago fornendo in entrambi i casi delle relazioni favorevoli che sono state indubbiamente valutate con attenzione. Il rapporto con la gestione Sensi, ma anche qui andiamo per deduzioni, è stato inizialmente cordiale ma non particolarmente frequente. Non passò inosservata, ad esempio, l’assenza del Divino alla festa per il terzo scudetto. Mentre nel 2007, partecipò alle celebrazioni per gli 80 anni della fondazione del Club.
Ad aprile 2011, Falcao vive un clamoroso ritorno sulla panchina alla guida del Porto Alegre e contestualmente si parlò, per quell’estate, proprio di un’amichevole con la Roma. L’epilogo repentino e poco fortunato, di quell’ esperienza vanificherà tali voci. Nelle ultime stagioni la ritrovata facilità di comunicazione con la Roma è stata cementata dall’ingresso di Falcao nella Hall of Fame e dalla visita, assai gradita, della leggenda brasiliana al Centro Fulvio Bernardini.