Virtus Roma e Mens Sana Siena, storia di una rivalità sportiva che nell’ultimo decennio ha vissuto i picchi più alti. Storia di partite indimenticabili, di serie playoffs avvincenti, ma quasi mai, fatta eccezione per un unico match, di confronti nelle Final Eight di Coppa Italia. Quest’anno si ritroveranno contro anche nella 3 giorni di Milano, ai quarti di finale in quanto 4° (Siena) e 5° (Roma) classificate al termine del girone d’andata. Come in quel 2006, quando due squadre completamente differenti da quelle di oggi diedero vita ad una semifinale tutto cuore da parte dei ragazzi dell’allora coach Pesic. Lo scontro avvenne in semifinale, valeva un posto per la finale contro la Carpisa Napoli, squadra che trionfò in quella manifestazione superando la Lottomatica in una finale che a Roma, ancora oggi, viene ricordata come una grande occasione persa.
Quel 18 febbraio 2006 resta l’unico precedente tra la Virtus e il Montepaschi in Coppa Italia. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quel sabato. La Virtus di Bodiroga, una delle squadre più forti che Roma abbia mai schierato contro la Mens Sana di Recalcati che studiava per diventare la corazzatta che di lì a poco avrebbe dominato in lungo e in largo nel campionato italiano. Quella sera il man of the match fu Alex Righetti che con 25 punti, tra cui 2 bombe e un gioco da 3 punti nel momento decisivo, condusse la Lottomatica al successo per 83-70 dopo un tempo supplementare (66-66 al 40′). Righetti, quest’anno tornato a vestire la maglia della Virtus, fu il grimaldello giusto per scardinare la difesa a zona senese che aveva creato non pochi problemi a Hakwins e compagni.
La differenza nell’overtime la fece la cattiveria, la fame di Roma di voler vincere quel trofeo. La stessa fame che si è vista nella passata stagione con Datome e soci sotto la guida di coach Calvani. Già Datome. C’era anche lui quella sera del 2006, aveva 19 anni e si affacciava per le prime volte al basket che conta. Chiuse con 3 punti, ma ci piace pensare che proprio giocando contro quella Lottomatica capì quanto possa essere importante lottare su ogni singolo pallone. La stessa cosa che verrà chiesta quest’anno ai ragazzi di coach Dalmonte, al di là del risultato finale: giocare con il cuore e l’anima che mise in campo quella squadra del 2006.