Alessandro Florenzi, giovane centrocampista della Roma, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Roma Channel:
Ti senti un campione in erba?
“Mi ci fanno sentire questi tifosi, mi danno affetto. Abbiamo dato dimostrazione di affetto al Capitano, speriamo possa fare tanti altri anni”.
Le emozioni della giornata? “Una grande sensazione di felicità, vedere un campione affermato commuoversi davanti a tutta Trigoria è stato emozionante”.
Cosa rappresentano per te il ritorno alla Roma e i successi ottenuti? “Li vivo con molta tranquillità, due anni fa ero in Primavera, ho fatto un anno a Crotone e sono stato buttato nel vortice. Con l’aiuto dei miei familiari, della mia ragazza e dei miei amici sto rimanendo con i piedi per terra, è solo l’inizio”.
E’ difficile rimanere con i piedi per terra?
“Secondo me sì, non è facilissimo. Ho 22 anni, comincio a vedere dei soldi che la gente ottiene in due-tre vite, non è facile stare con i piedi per terra. Se hai una grande famiglia dietro è più facile. Sono umile, me lo ha insegnato la mia famiglia e cerco di portarlo avanti”.
Cosa vedi nella tua vita?
“Spero una famiglia con la mia attuale ragazza, Ilenia. Spero di sposarla al più presto, non in questi anni, ma è una cosa che vorrei fare”.
Perché il numero 48?
“L’anno scorso era il 24, il giorno in cui mi sono messo insieme alla mia ragazza. Qui ce l’ha Stekelenburg, allora ho preso il 48 che è il numero con cui ho esordito due anni fa contro la Sampdoria”.
Zeman?
“Al mister devo tanto, mi ha messo a mio agio e mi ha fatto fare il salto nei grandi. Purtroppo è finita così, vado avanti con Andreazzoli che mi sta dando tante opportunità e devo essergli riconoscente”.
C’è un ruolo che preferisci?
“Nel modulo che stiamo facendo ora mi trovo bene come trequartista. In un centrocampo a tre il mio ruolo è quello di intermedio”.
Un elenco delle tue qualità?
“Il mio dinamismo per primo, poi la visione tattica”.
Il gol di Lamela contro il Parma?
“Pensavo di aver fatto gol io (ride, ndr). A fine primo tempo Erik mi ha preso in giro”.
Cosa ti ha dato Andreazzoli?
“Ci ha dato un pò più di solidità e di difensivismo che hanno portato giovamento alla squadra. Abbiamo fatto 4 vittorie, un pari e una sconfitta, è stato un buon ruolino ma dobbiamo continuare con il Palermo, non sarà facile”.
La Nazionale a 21 anni che significa?
“Che devi lavorare e migliorarti. Non è facile perché hai molta celebrità, devi sapere di andare al campo con gioia, perché è un lavoro che ti piace e per cui ti pagano profumatamente”.
Che mondo è la Nazionale?
“Molto bello. Ci sono tanti campioni da cui imparo e ho la fortuna di avere la fiducia di mister Prandelli, ma se dovrò andare in Under 21 non ci saranno problemi perché adesso è quella la mia squadra”.
Potevi finire alla Lazio?
“Mi ha convinto Bruno Conti quando venni qui a parlare con i miei genitori. Lui ha fatto tanto per me”.
Il compagno col quale hai legato di più?
“Con Daniel Osvaldo ho veramente un bel rapporto, anche con De Rossi e Totti scherziamo molto. Con tutti comunque ho un ottimo rapporto”.
Osvaldo?
“E’ stata montata un pò la cosa. Daniel è un grandissimo professionista, lo dimostra a me tutti i giorni. Si allena a mille all’ora, poi il mister deve fare scelte e qualcuno rimane fuori. Dobbiamo convivere con queste scelte, è capitato anche a me, ma col lavoro che sta facendo si riprenderà il posto”.
Hai temuto di dover trovare una collocazione difficile?
“Non era facile trovarla, ma posso fare tanti ruoli. Dall’esterno al centrale al trequartista, mi viene facile collocarmi. E’ una prerogativa che ho, ne devo fare uso”.
Obiettivi della stagione?
“Pensiamo alle coppe. La Roma non può stare fuori dall’Europa, la Champions è un grande sogno”.
Marquinhos?
“E’ di un’altra categoria. Io lo dicevo da luglio a mio papà, si vedeva che ha qualcosa in più. Fa tutto con troppa facilità e ha solo 18 anni, è incredibile”.
Cosa impari da De Rossi?
“La posizione tattica e la visione di gioco”.
Come vorresti finire la stagione?
“Vorrei fare il quinto gol, che sarebbe tanta roba per un centrocampista, fare più presenze possibili e centrare la Coppa Italia”.
Il gol a San Siro?
“Sono tutte emozioni forti quando fai gol, il primo a San Siro è quello che ricordo con più fiducia. Ho visto Francesco che prendeva palla sull’esterno, ho visto un buco e mi sono buttato, facendo un bel gol di testa”.
Il poter correre tanto è questione di testa o di fisico?
“Viene tutto dalla testa, bisogna prima concentrarsi molto per fare queste cose”.
Crotone è stata la svolta?
“Sicuramente, la ricorderò sempre con grandissima felicità. Ho lasciato una famiglia a cui voglio bene, tornerò per stare con loro. Sono tre fratelli, a turno stanno venendo qui. E’ stata la mia prima volta fuori casa, ti fa crescere in modo inverosimile. Ricordo che era agosto, avevo la famiglia giù e tornarono a lavorare. Rimasi solo a casa e non dormii. Con i compagni l’abbiamo fatta diventare New York, la gente mi ha dato tanto, mi ha subito voluto bene”.
Ti aspettavi di arrivare alla Roma e giocare tanto?
“All’inizio no. Devo ringraziare mister Zeman, ma dico bravo anche a me stesso perché sono stato bravo a farmi trovare pronto”.
Cosa fai fuori dal campo?
“Sono un ragazzo normale, sto con la mia ragazza, mi piace andare al cinema. Non ho preferenze musicali, mi piacciono i Negramaro, Ligabue e Renato Zero. Al cinema preferisco ridere più che piangere”.
A chi dici grazie?
“Ci vuole una lista. Mamma mia… Andrea Stramaccioni e Alberto De Rossi. A Crotone mister Menichini e mister Drago, che mi hanno dato tanto. Poi la società”.
Un messaggio ai tifosi.
“Li ringrazio, ci sostengono sempre e speriamo di poterli vedere in trasferta, lo vogliamo noi e lo vogliono loro”.
L’ovazione col tuo nome ti fa venire i brividi?
“Tanti brividi, è veramente bello”.