Quando Alessandro Florenzi, come tutti i bambini d’Italia, collezionava le figurine Panini, scartava in maniera quasi vorace quei pacchetti, senza magari fare troppo caso all’immagine dipinta su di essi, e sperando solo di riuscire a trovare quei due tre calciatori rimasti, i c.d. “introvabili“, per completare il proprio album.
Poi un giorno crescendo, Alessandro, come tutti noi deve aver pensato e soprattutto sognato di segnare un goal in rovesciata come quella di Carlo Parola, diventata effige e simbolo del calcio dei più piccoli, di chi corre divertendosi dietro un pallone, sperando un giorno di vestire la maglia del cuore e segnare nel proprio stadio.
Florenzi è un ragazzo fortunato, perché è riuscito a coronare questo sogno: indossare la maglia della sua Roma, correre e segnare sotto la Sud, dare tutto per un ideale che ancora si preserva in alcuni interpreti di questo sport, pochi per la verità, quasi del tutto offuscato dal maledetto star system.
Alessandro “core de Roma”, core de sta città”, ha compreso quali potessero essere le sue doti e le ha messe in pratica lavorando sodo, con umiltà, spirito di sacrificio, voglia di emergere, curando il particolare, ogni secondo in cui indossa gli scarpini.
Dopo aver vinto il campionato primavera da Capitano, ha fatto fagotto ed è partito per la Calabria, andando a giocare a Crotone, e imponendosi come pochi altri giovani hanno fatto negli ultimi anni: giocando terzino destro, centrocampista, intermedio, ala e trequartista, Florenzi ha realizzato 12 goal stagionali e l’anno dopo la Roma gli ha regalato, giustamente, l’opportunità di coronare il suo sogno.
A distanza di 24 mesi Florenzi ha deciso di alzare l’asticella del suo valore, regalando ai tifosi un gol che di diritto entra in lizza per il podio dei gol più belli del 2014, con 11 mesi d’anticipo rispetto alla fine dell’anno.
25′ minuto, palla che schizza in aria a seguito di un rimpallo su un tiro di Totti dal limite dell’area, Florenzi guarda il pallone si gira e scarica in sforbiciata un destro in diagonale che fulmina Perin. Ma dove si nota che il numero 24 giallorosso è un ragazzo vero, sincero, umile? Dall’esultanza, spontanea e smodata.
Mani in testa, viso trasfigurato, corsa sfrenata sotto la Monte Mario, mentre i compagni estasiati cercano di rincorrerlo. Il pubblico in estasi, gli applausi di Garcia e della panchina. A questo punto ti aspetti a fine gara un pò di autocelebrazione, che tutto sommato ci starebbe pure, non solo per la bellezza del gol, ma anche per il fatto di essere (insieme a Benatia) il capocannoniere della Roma stagionale con 5 reti.
E invece “Flore“, come lo chiamano mister e compagni ti stupisce ancora, in positivo : “la rovesciata è sintomo del lavoro quotidiano, è il risultato di prove che faccio con i miei compagni a fine allenamento quasi ogni giorno”.
Umiltà, carattere, tecnica, corsa, spirito di sacrificio. Tutto questo è Florenzi, in una parola: ROMANISTA.
I FRAMMENTI DELLA ROVESCIATA NELLE FOTO di CGR: