Se sull’aspetto tecnico, faticosamente, si sta provando a voltare pagina, su quello societario non c’è alcuna intenzione di mollare, almeno per ora.
Come scrive il Messaggero, i Friedkin – filtra da ambienti vicini a Trigoria – hanno capito di aver preso alcune strade sbagliate in questi mesi, con scelte discutibili, che non solo non hanno portato risultati, ma hanno diviso i tifosi.
La proprietà ha capito l’errore commesso con la Souloukou ed è convinta di scegliere un dirigente che conosca il calcio italiano, che sia più un collante che un accentratore di poteri (Antonello o Fenucci).
Il loro silenzio è stato caratterizzante per un po’, adesso è un problema. Serio. Una società che non comunica è come se non esistesse: c’è già un consulente per la comunicazione. L’acquisto dell’Everton non ha cambiato i loro piani: Roma resta un punto di forza del loro business, che comprende anche la realizzazione dello stadio, del quale contano di presentare il progetto esecutivo, ottimisticamente, entro la fine dell’anno.
Juric è l’allenatore traghettatore e a meno di altri disastri, resterà al suo posto. In caso di esonero, una cosa è certa: non tornerà De Rossi, scaricato perché ritenuto non all’altezza. Daniele è considerato uno di casa, ma al momento non è previsto un suo rientro. Si parlava di piazza, di scelte di vicinanza. Ecco, la proprietà sta cercando strade per riportare i tifosi dalla loro parte. Con quale iniziative? Innanzitutto, servono i risultati. E’ chiaro che i tifosi tengano anche ad altri aspetti, noti e più legati alle tradizioni. 1) Il marchio, lo stemma. 2) Ufficializzare una data di nascita certa del club.