Il tecnico della Roma Rudi Garcia ha incontrato questa mattina gli studenti della Luiss per la presentazione del suo libro “Tutte le strade portano a Roma”. Accanto a lui, oltre ai dirigenti dell’Ateneo, anche il giornalista Massimo Caputi.
Ecco le parole dell’allenatore francese:
Come ha reagito nello spogliatoio dopo Catania? Come reagirà la squadra?
“Non ho avuto tante occasioni in questa stagione di gestire una sconfitta. Questa settimana hanno scoperto un allenatore arrabbiato. Questa cosa può succedere una volta, ma mi auguro non avvenga mai piú. Quando abbiamo perso poi abbiamo sempre vinto. Domenica sono sicuro che vedremo 11 lupi in campo”.
Lei ha fatto un grande lavoro anche dal punto di vista psicologico.
“Si, ma ho anche dato un’identità ai giocatori e alla squadra. Quando sono arrivato qui avevo capito la delusione dei tifosi, soprattutto per l’ultima partita della scorsa stagione. Un giocatore che non ha fiducia non può dare il meglio di se stesso, mi interessa più l’uomo che il giocatore. Tutti quelli che abbiamo acquistato l’abbiamo fatti in quest’ottica: abbiamo scelto giocatori di talento ma pronti a dare tutto per la maglia. Abbiamo assistito a tanti segnali positivi: il gran gol di Pjanic nella seconda giornata, il gol di Federico Balzaretti”.
Se dovesse spiegare in Francia cos’è la Roma?
“La Roma è unica, diventerà uno dei più grandi club europei, è conosciuta in tutto il mondo, è una cosa importante e che portiamo avanti tutti quanti dal presidente all’ultimo magazziniere. A Roma viene tutto di pancia, non ci sono parole per descrivere quello che si prova ascoltando l’inno”.
Ieri Prandelli ha definito Mattia Destro “una sfinge” e un giocatore che deve fare di più, lei cosa ne pensa?
“Mi piace parlare più del gruppo che dei singoli. Mattia è un giocatore dal grandissimo talento, capace spesso di farsi trovare pronto e mi auguro che possa andare al Mondiale. Dovremo continuare comunque a lavorare sulla sua continuità”.
Rifarebbe tutte le sue scelte?
“Si, sono contento di essere riuscito a costruire qualcosa di importante quest’anno. Ho seguito l’esempio del Benfica, è una squadra che è riuscita a rinascere dopo aver perso tre finali. L’anno prossimo proveremo a vincere anche noi”.
La sua opinione sui fatti che hanno preceduto la finale di Coppa Italia? Si possono recuperare i valori in questo sport?
“È difficile dirlo. Succedono delle brutte cose, come quelle prima della finale di Coppa Italia. Sono lo specchio della società ma attenzione a non generalizzare. Un romanista che litiga con un napoletano? No, è uno stupido, così come succede nella vita di tutti i giorni. Un genitore non deve pensare se portare o meno i figli allo stadio, deve essere una cosa naturale portare la famiglia a vedere una partita. Lo sport è la più bella metafora della vita. Ci sono paesi che sono riusciti a fare qualcosa per il calcio. C’è sempre una bella strada da seguire e tutti dobbiamo spingere in questa direzione. I tifosi devono avere il carattere di cacciare fuori dagli stadi questi stupidi”.
Il rafting estivo nel ritiro di Riscone è stato un episodio aggregativo per il gruppo, ce ne sono stati altri?
“Questi sono dei segnali, ho tanti grandi uomini e campioni come Daniele De Rossi. Penso che i giocatori abbiano capito subito quello che avevo in mente e ne sono felice, perché per gli obiettivi dell’anno prossimo non serviranno solo grandi giocatori, ma anche uno spogliatoio forte”.
La Roma gioca un calcio europeo. Contro il Benfica la Roma ce l’avrebbe fatta? La lotta scudetto per la prossima stagione?
“La cosa strana è che l’anno prossimo forse avremo meno punti, ma vinceremo lo scudetto. Mi auguro di fare una grande Champions League, perché non si può programmare in un anno. Però i soldi non sono tutto, non è sempre con i soldi che si vince una Champions: Manchester City, PSG e Chelsea sono un esempio”.
Un consiglio per come riuscire ad imporsi qui a Roma?
“Sono una guida più che un allenatore, ho un atteggiamento importante con la squadra, sono motivato e ho la fortuna di avere a disposizioni grandi giocatori e grandi leader. Mi auguro di vedere nuovamente questa sinergia nella Roma di fine campionato e della prossima stagione, come quando De Sanctis si arrabbia tantissimo per aver subito un gol. Siamo sempre pronti per la battaglia. Quando vedo la squadra prima di entrare in campo, con quella carica, sono molto tranquillo e non vorrei essere nei panni della squadra avversaria”.
Queste poi le parole a Radio Luiss di mister Rudi Garcia:
Usa sua percezione sul calcio italiano da quando è arrivato in Italia a oggi?
Totalmente differente, dell’Italia non conosceva quasi niente. L’unica cosa è che immaginavo prima di venire qua che la Roma era un grande club e la città la conoscevo: sono stato un weekend qui 3-4 anni fa e avevo già visto questa splendida città
La società aveva dichiarato di fare di Garcia il suo Ferguson. Che progetti ha con la Roma?
Io già l’ho detto, lavoro qui, come ho faqtto negli altri club, come se fosse l’ultimo mio club. Dopo è bello ascoltare questa cosa ma nel calcio è difficile prevedere le cose. Noi allenatori siamo sempre con i risultati: se sono buoni tutto va bene, se sono meno buoni è un pò tutto piu difficile. Ma abbiamo iniziato questo anno e la Roma ha fatto grandi cose, ma soprattutto il progetto della società americana è molto ambizioso ed è quello che mi è piaciuto. Pallotta vuole fare della Roma uno dei più grandi club europei e quello è una cosa bella anche se sarà duro, lungo e difficile perchè anche Roma non si è fatta in un giorno
Che rapporto c’è con la tifoseria? Quanto è mancata quando è stata squalificata?
La tifoseria a Roma è una delle più belle dell’Europa. La curva è il cuore della tifoseria ed era brutto giocare senza loro. Già l’ho detto: quello che mi è piaciuto è che l’obiettivo primario con i giocatori era quello di ridare orgoglio ai nostri tifosi e dopo per esempio la partita contro il Milan vedergli rimanere dopo la vittoria e la bella gara che abbiamo fatto e festeggiare con i giocatori era una cosa piacevole. La mia felicità è questa quest’anno: riavere dato il sorriso ai tifosi
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