MI RITORNI IN MENTE – Arrivato a Roma nel pieno dell’estate 2013, partito nel freddo dell’inverno del 2016 praticamente in coincidenza con l’addio del suo mentore Rudi Garcia. In questi 29 mesi Gervais Lombe Yao Kouass, in “arte” Gervinho, ha fatto e disfatto le sue sorti romaniste.
OSPITE DESIDERATO A META’. Richiesto espressamente dall’allora tecnico Rudi Garcia, l’ivoriano venne acquistato quasi malvolentieri dal ds Sabatini che versò nelle casse dell’Arsenal 8 milioni, raccontando poi qualche anno più tardi: “Sono a Londra. Alla Roma è arrivato Rudi Garcia che mi chiede Gervinho, gli dico no, anzi glielo faccio dire da Massara, visto che non parlo francese. E’ l’unica richiesta che mi fa Garcia, non chiede altro. Sono in imbarazzo, ma insisto, non voglio prenderlo. Faccio la trattativa con l’Arsenal e gioco spudoratamente al ribasso, sperando che rispondano no. Vado a cena in un ristorante italiano, si affaccia il cuoco, mi riconosce e mi chiede: non mi dica che è qui per comprare Gervinho? Anche lui, non è convinto. Però poi Gervinho lo prendiamo e quando il giocatore va bene do pubblicamente credito a Garcia della bontà della sua scelta”. In più, i tifosi dei Gunners mandano sui social messaggi e video tra lo scherno e l’avvertimento che mettono in ansia il pubblico romanista, visti i numerosi errori soprattutto in fase di finalizzazione che sciorinava il calciatore.
RILANCIO CAPITALE. Ma a Roma e con l’allenatore col quale vinse lo scudetto al Lille nel 2011, la “freccia nera” si ritrova, protagonista di una prima stagione nella quale regala splendide giocate ed una concretezza inaspettata, chiudendo l’annata 2013/2014 con 37 presenze e 12 reti. Nella stagione successiva paga qualche infortunio di troppo ma, soprattutto, si assenta dalla Capitale per due mesi per partecipare alla Coppa d’Africa che vince con la sua Costa d’Avorio, che di fatto però segna l’inizio della fine della sua esperienza romana.
UBRIACO DI FELICITA’. Torna in città dopo essere rimasto a casa sua più del concordato per festeggiare la vittoria storica del trofeo continentale e non è più il calciatore che i tifosi ricordano. Accompagnato dall’amico e collega Doumbia, che si fa ricordare più per gli atteggiamenti da lama che per i suoi gol, Gervinho è la discontinuità fatta calciatore e alla fine della stagione 2014/2015 le presenze sono 34 ma le reti solo 7 con 6 assist. Inizia la stagione successiva con aspettative maggiori e il rendimento sembra essere all’altezza dello splendido primo anno, ma al successo personale non coincide quello di squadra, perchè nel frattempo la Roma non va benissimo nonostante l’arrivo di Salah dal Chelsea e di Dzeko dal Manchester City.
LA CINA è PIU’ VICINA. Nel gennaio 2016 i numeri del 27 sono comunque di tutto rispetto, con 17 presenze, 7 reti e 2 assist, ma la Roma colleziona pessime figure a ripetizione, culminate nell’eliminazione casalinga con lo Spezia dalla Coppa Italia nel dicembre 2015. Il 13 gennaio del 2016, dopo l’ennesimo pareggio, Rudi Garcia viene esonerato ed inizia l’era dello Spalletti bis. Gervinho, qualche mese più tardi, confesserà che la sua voglia di Roma era terminata: “Continuare a lottare e a impegnarmi per ottenere risultati positivi per Spalletti mi sembrava un tradimento nei confronti di Garcia, che aveva lottato per portarmi qui. È grazie a Rudi che sono arrivato alla Roma: il club non mi voleva, lui ha combattuto per portarmi qui. Quando è arrivato Spalletti gli ho detto che il problema non era lui, ma io non avevo più voglia di rimanere. Anche perché non avevo più motivazioni, non volevo fare quello che mi domandava. Lottare per la Roma ogni partita e ottenere buoni risultati per Spalletti lo sentivo come un tradimento a Rudi Garcia“. E così si concretezza il passaggio all’Hebei China Fortune, che da alla Roma 18 milioni e al calciatore un contratto sontuoso da 10 milioni l’anno più enormi bonus al raggiungimento di determinati obiettivi. Anche in Cina, però, l’avventura di Gervinho è piuttosto travagliata, perchè nell’ottobre 2016 riporta la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro, che lo costringe ad un lungo stop. In questa stagione ha collezionato 4 presenze con 1 gol e 1 assist per 257 minuti totali, ma se tornerà in condizioni fisiche ottimali certamente potrà dire la sua in un campionato che non eccelle per valori tecnici. A differenza di altre cessioni, quella dell’ivoriano non sembra aver lasciato il segno nei romanisti, che amano incondizionatamente solo chi ripaga il sentimento, ma di certo con una testa diversa avrebbe potuto incidere di più in una realtà che, anche se per poco, ha pensato di poter volare sulle ali della sua freccia nera.