Florent Ghisolfi ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera. Di seguito le parole del direttore sportivo della Roma:
Florent Ghisolfi, da otto mesi d.s. della Roma, è vero quello che ha detto Claudio Ranieri e che ha terrorizzato i tifosi, cioè che il mercato della Roma è stato bloccato dal Fair play finanziario e che lo sarà anche per le prossime due sessioni?
“Ranieri ha voluto essere trasparente perché i tifosi meritano sincerità. La società ha firmato un settlement agreement con la Uefa nel 2022, a fronte di un deficit importante. Dura per quattro stagioni e questa è la terza, quella più restrittiva. Abbiamo lavorato sul monte ingaggi, facendolo calare di oltre il 20%, anche se alcuni stipendi nella rosa sono aumentati come prevedevano i contratti. Dobbiamo usare la logica per mantenere fede a un programma ambizioso che prevede il centenario del 2027 e il nuovo stadio”.
I tifosi dicono che si vince comprando campioni e non con la logica. Avete perso in Coppa Italia con il Milan che aveva appena acquistato Santi Gimenez e Joao Felix, assist e gol contro di voi…
“Ci siamo mossi dentro un aspetto finanziario obbligato, che ha portato a 5 cessioni e 5 acquisti. Li abbiamo fatti alla fine perché dovevamo aspettare le strategie degli altri club. Bisognava cedere prima di comprare”.
I tifosi si chiedono: ma il Fair play finanziario esiste solo per la Roma?
“Parliamo di un settlement agreement, cioè un accordo privato, tra Roma e Uefa. Per capirci: c’è un limite di velocità a 30 km/h ma noi dobbiamo andare a 20 perché in passato si è andati a 50”.
Perché illudere i tifosi coi nomi di Lucca e Frattesi e poi presentarsi con Nelsson?
“Lucca non è mai stato un’ipotesi. Cercavamo un vice-Dovbyk e non un titolare. Su Frattesi abbiamo lavorato: con lui, con il procuratore e con l’Inter. Ci siamo andati vicino, tra 4 mesi vedremo se il suo arrivo è realizzabile. Il suo o quello di un centrocampista con le sue qualità”.
Bisogna liberare spazio salariale. A giugno ci dobbiamo aspettare partenze “pesanti”, tipo Pellegrini, Cristante, forse Dybala?
“L’obiettivo è trovare certezze sostenibili da aggiungere a quelle che abbiamo già: Koné, Dybala, Mancini, Ndicka, Svilar, Paredes che è importante in campo e nello spogliatoio. Con lui stiamo lavorando al rinnovo per un altro anno”.
I Friedkin sono proprietari da agosto 2020. Come si fa a chiedere ancora ai tifosi di credere in un progetto?
“Noi non chiediamo tempo, perché nel calcio il tempo non esiste. La Roma deve portare gioia e orgoglio ai tifosi. E di gioie in questa stagione — penso al derby — ne abbiamo date poche. Chi dirige questo club dà tutto. Il che non significa che non commettono errori. Ranieri darebbe un braccio per arrivare agli obiettivi che la Roma deve avere. Non parlo di transizione: vogliamo vincere oggi e nello stesso tempo lavorare per il futuro. I Friedkin amano la Roma e il progetto stadio ne è l’esempio più lampante”.
Mourinho, De Rossi, Juric, Ranieri sono molto diversi tra loro. Per il futuro c’è un nome coerente?
“Non vogliamo una squadra soltanto giovane ma un mix che preveda anche esperienza. Cerchiamo soprattutto una cosa: voglia di allenare la Roma, considerarla una prima scelta. Alcuni allenatori sono liberi, altri sotto contratto, alcuni più o meno interessati a venire qui. Per rispetto di Ranieri non mi piace parlare di allenatore futuro. Lui ci ha fatto uscire dalla tempesta. Dopo il Milan gli ho detto che non poteva risolvere tutti i problemi in due mesi e che deve girare a testa alta”.
Dalla Primavera possono partire a parametro zero alcuni dei giovani più interessanti. Come si spiega questo con la volontà di programmazione?
“In un contesto normale si cerca di negoziare due anni prima perché farlo all’ultimo alza i costi. Dobbiamo far sì che non si ripeta. Dobbiamo anticipare. Con alcuni giocatori le discussioni sono lunghe e complesse, con molti ragazzi siamo più avanti, se il calciatore non vede la Roma come parte del suo progetto, per noi non c’è problema. La Roma va meritata. Abbiamo ricreato praticamente da zero il settore dello scouting. Potete anche non crederci, ma lavoriamo per costruire il futuro”.