José Mourinho, i colpi da mettere durante il mercato estivo e ora il nuovo iter per regalare ai tifosi uno stadio giallorosso. Abbandonata Tor di Valle, lasciati una volta per tutte alle spalle i guai amministrativi e giudiziari che si sono stratificati in 9 anni di tira e molla, Dan e Ryan Friedkin sono pronti a fare la rivoluzione. Ma sempre tenendo bene a mente la parola chiave che continua a rimbalzare tra il quartier generale in via Tolstoj e Trigoria da quando il club è stato acquistato dai due texani: “Sostenibilità”.
Come riporta la Repubblica, i Friedkin vogliono uno stadio “green, da tirare su senza alcuna speculazione edilizia”. Il sogno è un impianto vicino al cuore della capitale e a quello dei tifosi, un catino da non più di 40 mila posti che sia facilmente raggiungibile con i trasporti pubblici. Il problema (non da poco) è trovare l’area giusta. Nelle ultime settimane alla Roma sono state presentate una lunga serie di soluzioni a cui sono seguiti visite e sopralluoghi sul posto.
All’Eur sono stati presi in considerazione il Tre Fontane e sono stati avviati i primi contatti con Eur Spa per sondare l’ex Velodromo. Scartata la ristrutturazione dello stadio Flaminio, per cui era stato già contattato lo studio dell’archistar Renzo Piano, sono state vagliate le opzioni Tor Vergata e Pietralata. Ma l’area che più stuzzica la dirigenza giallorossa è quella dell’Ostiense. In Comune si è parlato anche della vecchia Fiera di Roma. Ma il club è attratto dall’area che comprende gli ex Mercati generali e un terreno a ridosso del Gazometro e del Tevere.
Nel primo caso filtra l’intenzione di attivare entro ottobre i cantieri per realizzare la Città dei giovani. Resta il Gazometro e la possibilità di cercare un accordo con Eni, proprietaria dell’area. In ogni caso, per non incappare in un nuovo iter in stile Tor di Valle, il futuro progetto dovrà tenere da subito conto del trasporto pubblico. L’Ostiense è collegato al resto della capitale da due fermate della metro B, Garbatella e Piramide, dal trenino che fa la spola con Ostia e dalla stazione Ostiense.
Andrebbe invece sciolto il rebus del traffico privato e dei parcheggi. La stima è presto fatta. Per calare all’Ostiense uno stadio da 40 mila posti bisogna immaginare che la metà degli spettatori debba raggiungere l’impianto in auto e che ogni vettura trasporti due persone. In sintesi, se si vuole avere il via libera degli uffici comunali e non ritrovarsi a trattare inutilmente per anni con il Campidoglio, va trovata una soluzione per far entrare e uscire da un maxi-posteggio circa 10 mila macchine.