Il calendario non poteva riservare una sfida più affascinante dopo la presunta fine del mondo annunciata dai Maya: l’Olimpico sabato sera si vestirà a festa per l’ultima volta in questo 2012 accogliendo nel suo proscenio Roma e Milan, due squadre che per motivi diversi saluteranno quest’anno senza grossi rimorsi, con la speranza di tuffarsi sin da subito in un 2013 ben più fruttuoso dal punto di vista dei risultati.
I rossoneri dopo aver perso uno Scudetto, regalato alla Juve proprio nel momento in cui il bis sembrava vicinissimo, hanno intrapreso la via dell’austerità e del ringiovanimento della rosa per volontà del Presidente Silvio Berlusconi che, dopo 25 anni di successi e campagne acquisti faraoniche, ha avallato le dolorose ma necessarie cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva al Psg, per la cifra monstre di 65 milioni di euro.
Nessuno a Milanello, tranne Massimiliano Allegri, avrebbe mai immaginato che a risollevare le sorti del diavolo rossonero potesse essere un ragazzo appena ventenne, acquistato lo scorso anno dal Genoa e cresciuto alle spalle dei grandi, ma in grado in soli dodici mesi di conquistarsi a suon di goal e magie la maglia da titolare : 14 reti in campionato, 16 in 23 gare ufficiali se si contano anche le presenze in Champion’s League per Stephan El Shaarawy, autentica rivelazione di questa prima parte di stagione.
Numeri da trascinatore sono anche quelli di Erik Lamela, (8 goal in 13 partite) che dopo un anno di ambientamento nel campionato italiano, grazie a mister Zeman, ha rapidamente compreso che un giocatore con le sue qualità tecniche e fisiche, non deve giocare spalle alla porta, ma puntare la rete avversaria: le difficoltà di apprendimento iniziali hanno lasciato ben presto spazio alla deflagrazione di un talento purissimo, quello del Coco che con il Faraone non condivide soltanto l’età, entrambi infatti sono classe 92’, ma soprattutto i colpi da campioni annunciati.
Dunque Lamela contro El Shaarawy, ma anche Mexes contro Marquinhos, Osvaldo contro Pazzini e molto probabilmente Montolivo contro De Rossi, che a meno di clamorose sorprese, ritroverà la maglia da titolare nel ruolo che sembra prediligere maggiormente: regista e specchio a difesa dei due centrali, uno dei quali sarà Burdisso che potrebbe giocare la sua ultima gara in maglia giallorossa per poi salutare la Roma dopo 4 stagioni.
Roma-Milan con Zeman in panchina fa riecheggiare dolci ricordi nella mente di tutti i tifosi giallorossi : 3 maggio 1998 – l’undici romanista cammina sulle macerie rossonere infliggendo alla squadra di Capello un sonoro 5-0; la classica rapsodia boema, di cui unico superstite oggi è quel ragazzino di quasi 36 anni che corre come o forse più di 14 anni fa, sicuramente con la stessa spensieratezza e la stessa voglia di vincere.
Totti quel giorno, dinanzi agli occhi del mister Friulano che poi avrebbe guidato di lì a pochi mesi proprio la Roma al terzo scudetto della storia giallorossa, si procurò il rigore del 2-0 realizzato da Gigi Di Biagio, a segno dopo il goal iniziale di Candelà e autore anche della terza rete romanista, risultato poi chiuso con il poverissimo firmato da Paulo Sergio e Delvecchio, per quella che resta l’affermazione più larga rifilata ai rossoneri dalla Roma in Serie A.
Risultato e valori in campo ben diversi nella scorsa stagione: un Milan più forte e concentrato, con un Ibra in stato di grazia e autore di una doppietta, travolgeva la Roma di Luis Enrique, che poi sarebbe naufragata nell’idea utopica della rivoluzione calcistica dell’asturiano. 3-2 lo score finale, nonostante il tentativo di rimonta di Pjanic e compagni nella parte finale di gara, con una supremazia schiacciante della squadra di Allegri.
Sabato Roma e Milan si affronteranno in una sfida quasi da dentro o fuori: chi perderà, soprattutto nel caso dei rossoneri, rischia di staccarsi troppo dal treno europeo; chi vincerà invece trascorrerà un Natale sereno, con la possibilità di avvicinarsi in maniera decisiva al vertice della classifica.
La speranza dei tifosi romanisti e del Presidente Pallotta, vero e proprio amuleto dei giallorossi nelle gare viste dal vivo allo Stadio Olimpico, è che dopo i saluti iniziali, a fine partita sia il Coco Lamela a rivolgersi al Faraone esclamando “qua la man…ita”.
di Francesco Oddo Casano – Radio Manà Sport 90.9 Fm