FOCUS CGR – Fino al 96′ minuto, anzi no, anche dopo. Fino all’abbraccio collettivo sotto la Sud con cori, salti, urla e abbracci tra romanisti. L’arrembaggio della Roma è costante,impetuoso, tracimante, asfissiante, degno delle celebri pagine di guerre sui vascelli in mare scritte da Stevenson nell’Isola del tesoro.I pirati di Di Fra sono così: ti vengono a prendere alti, col coltello tra i denti. Un movimento organizzato, un’onda anomala che ti stritola spingendoti alla bandierina. Poi palla recuperata e via sulle ali di El Sha e Florenzi o con lo slalom di Perotti, la sovrapposizione ‘maleducata’ di Kolarov,verso Dzeko che fa a sportellate e scarica per il ‘Radja furioso’. Il merito di Di Francesco è in una frase: “la cosa più difficile non era entrare in questo ambiente, ma entrare nella testa dei giocatori”. La sensazione sempre più vicina alla certezza assoluta è che il mister pescarese sia entrato nelle menti e nei cuori dei suoi giocatori, che lo seguono quasi con venerazione. Lo switch mentale è avvenuto nel secondo tempo col Napoli, poi la partita di Londra ha liberato la Roma dai fantasmi del passato, il resto Roma-Chelsea, Fiorentina-Roma e il derby di ieri è la conseguenza di un lavoro costante, svolto e creato nel quotidiano, con meticolosa attenzione.
I pirati di Eusebio non sono mai domi, alzano il livello del pressing con regolarità, senza impaurirsi di un eventuale uno contro uno in difesa perchè sia Fazio, sia Manolas, sia Jesus sono pronti a sfidare chiunque a testa alta. E’ banale ridimensionare i meriti della Roma, parlando di errori individuali. Inzaghi ieri ha cercato la strategia mediatica più utile per uscirne con le ossa meno rotte possibili, ma la realtà è chiara, è vivida. L’anno scorso il tecnico biancoceleste aveva stravinto il match tattico contro Spalletti, insinuandosi nelle pieghe del suo nervosismo e della sua presunzione. Ieri sera Di Fra lo ha sovrastato, venendolo a prendere fino dentro la sua aria piccola, asfissiando i tentativi dei giocatori laziali di cercare la verticalità e lasciando un’unica opzione: il lancio lungo, nella terra nostra, quella dominata dal comandante Fazio e dai suoi sodali. La testa, il cuore, le gambe hanno fatto la differenza, ma anche la tecnica individuale. I pirati di Di Fra hanno smembrato la Lazio, l’hanno soverchiata, scavalcata e ora puntano alla prossima preda. La bandiera nera è issata, all’arrembaggio!