IL ROMANISTA – D. GIANNINI – Un numero di Harshad è un numero intero positivo divisibile per la somma delle proprie cifre. La parola deriva dal sanscrito “harsa” che significa “grande gioia”. 400 = grande gioia: un bel presagio. Perché sabato sera contro la Fiorentina Daniele De Rossi può raggiungere quota 400 presenze in partite ufficiali con la maglia della Roma. (…)
Sono passate tre settimane da quel pomeriggio sotto il diluvio in cui tutto andò per il verso sbagliato: la Roma si è rimessa in marcia, lui ha avuto il tempo per mettersi alle spalle quel gesto insensato ed è pronto a riprendersi le gioie (vedi “harsa”) che fin qui questa stagione non gli ha regalato. Cominciando da una partita carica di significati per lui. Perché proprio contro la Fiorentina Daniele fece la sua prima panchina in Serie A.
Era l’aprile del 2001, era il lunedì del “Siamo tutti parrucchieri”, era una Roma che ebbe lì il suo ultimo stop prima della “grande gioia” per definizione: lo scudetto. E anche questo è un bel presagio. In campo quel giorno c’era pure Vincenzo Montella che sabato si troverà di fronte da avversario. Ruoli invertiti (come il risultato) per un altro Roma-Fiorentina, di qualche anno dopo. Era il 5 novembre 2006, nel frattempo Daniele era diventato uomo oltre che campione del mondo. Lui in campo e Vincenzo in panchina a vedere da lì il bolide con cui De Rossi diede il via alla rimonta romanista dopo il gol di Ujfalusi. Il tiro, la rete che si gonfia e la sua corsa commovente ad abbracciare Giorgio Rossi. Un salto in avanti di altri tre anni, altro 3-1 stavolta con Ranieri in panchina da pochi giorni. (…)
Quella sera Totti segna due volte poi mette una palla per Daniele che la mette dentro di testa dal limite dell’area ed è la seconda vittoria di fila . Insomma, tutto sommato la Fiorentina porta bene a De Rossi. Che i viola li ha affrontati 15 volte, gli ha segnato 2 gol, ha piazzato 3 assist e ha portato a casa complessivamente 28 punti, frutto di 8 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte. La Fiorentina per tornare a gioire, per spegnere le 400 candeline, 11 anni, 2 mesi e 9 giorni dopo la prima. Era il 30 ottobre del 2001 quando Capello lo mandò in campo al posto di Tomic per il suo debutto con i grandi. Era il palcoscenico più importante, era la Champions contro l’Anderlecht, era soprattutto la Roma.
Il resto della storia è conosciuto: il debutto in A nel gennaio 2003 contro il Como, la prima da titolare il 10 maggio dello stesso anno condita con il gol. Così come segnò alla prima in Nazionale, ma stavolta quello conta meno. Perché quota 400 sarà solo in giallorosso, comprese tutte le competizioni. Con, a crescere, le 4 presenze in Supercoppa Italiana, le 43 in Coppa Italia, le 63 in Europa (25 in Uefa e 38 in Champions) e le 289 in campionato (di cui 8 in questa stagione). Il totale fa 399, condite da 47 gol. L’ultimo dei quali datato 13 maggio 2012 a Cesena, l’ultima giornata dello scorso campionato. Di più, l’ultimo gol romanista di quel campionato. C’era ancora Luis Enrique, era un’altra Roma. Sembra una vita fa, sicuramente è troppo tempo fa. E’ ora di voltare pagina, è tempo do prendersi qualche “grande gioia”. 400, appunto!