Modesta proposta per prevenire. Come scrive Cecchini sulla Gazzetta dello Sport, parafrasando il titolo di uno storico pamphlet dello scrittore Giuseppe Berto, verrebbe voglia di consigliare a Trigoria, oltre alle mirabilie introdotte dalla gestione statunitense, di rispolverare alla Roma cornetti di qualsiasi fattura, perché la situazione dell’infermeria sembra ormai ai minimi termini. Il caso Ibarbo ha fatto da detonatore a dei problemi latenti e così anche sul web l’ironia si è scatenata quando ieri è stata ufficializzata la diagnosi per l’infortunio dell’attaccante, al primo vero giorno di lavoro: lesione fra il primo e secondo grado al gemello mediale del polpaccio destro e quindi circa 5-6 settimane di stop. Com’è noto, la punta aveva giocato a sorpresa uno spicchio di gara martedì in Coppa Italia e poi si era accasciato al suolo mercoledì durante l’allenamento.
SORPRESA CAGLIARI Già durante la presentazione Ibarbo stesso aveva detto che, se fosse rimasto in rossoblù, sarebbe tornato solo l’8 febbraio e così non ha stupito che il medico sardo avesse confermato: «Con noi non giocava perché era infortunato». Nel merito, poi, ieri è entrato anche il d.s. Marroccu. «Col Cagliari – ha scritto l’Ansa – non avrebbe mai giocato, poi la Roma è libera di utilizzare il giocatore come vuole». In serata poi ha aggiunto: «Ibarbo era guarito al 100%. Non si è fatto male durante la partita. È stata solo casualità».
FATTORI DI CRESCITA In realtà Ibarbo ha anche un problema al tendine rotuleo del ginocchio, per cui ha fatto tre visite a Barcellona col professor Cugat durante le quali è stato curato anche con i fattori di crescita. Ieri avrebbe dovuto fare il quarto e ultimo controllo, ma è stato rinviato anche perché ormai urgenze non ce ne sono. Di sicuro, comunque, l’infortunio dell’attaccante è stato provocato da un concorso di colpe e malasorte. Il colombiano era reduce da un infortunio allo stesso polpaccio (ma al muscolo soleo) e, al netto della guarigione, doveva essere riatletizzato del tutto; i medici hanno accertato la guarigione raccomandando però attenzione;Garcia ha parlato col giocatore che gli ha dato disponibilità a scendere in campo; il minutaggio forse è stato superiore al previsto, anche se senza apparenti conseguenze, e nell’allenamento del giorno successivo infine, per cercare di bruciare le tappe, Ibarbo ha forzato più del richiesto producendosi l’infortunio. Risultato: un danno grave per la Roma e per lo stesso giocatore, visto che – dovendo guadagnarsi il riscatto a fine stagione – avrà meno tempo per mostrare le proprie qualità. Con queste premesse perciò, oltre a scienza e coscienza, meglio munirsi di amuleti contro il malocchio.