CGR REWIND – Ripercorriamo il 2017 della Roma in tre capitoli: questo è il secondo dedicato al periodo da Maggio ad Agosto:
MAGGIO – LE LACRIME PER IL CAPITANO, DIEGO REGALA LA CHAMPIONS:
Dopo il derby perso per 3-1, i pochi minuti concessi a Francesco Totti, la resa fisica di alcuni calciatori, la Roma e soprattutto Luciano Spalletti sembrano alle corde. Il Napoli vola sulle ali dell’entusiasmo e del tridente delle meraviglie Insigne-Mertens-Callejon e si porta ad un solo punto dai giallorossi in classifica. Mancano 4 partite al termine della stagione, compreso Roma-Juventus che potrebbe risultare fatale per le ambizioni Champions della banda Spalletti. La Roma in maniera quasi impronosticabile, soffrendo, incassando qualche gol di troppo, vince tre gare consecutive: 4-1 a San Siro contro il Milan, 5-3 a Verona col Chievo e soprattutto 3-1 in rimonta in casa contro la Juventus. Out Dzeko per infortunio, è ancora Radja Nainggolan, nonostante un problema muscolare, a trascinare i compagni alla vittoria: reti di De Rossi, El Shaarawy e del ninja a chiudere la contesa, con tanto di linguaccia sotto il settore ospiti juventino.
Il 28 Maggio 2017 all’Olimpico si vive una giornata surreale: è l’ultima gara della carriera infinita e leggendaria di Francesco Totti con la Roma. I giallorossi mantengono un solo punto di vantaggio sul Napoli e affrontano in casa il Genoa di Juric che non farà sconti. La tensione è altissima, la Sud dedica una coreografia meravigliosa a Francesco Totti, che dalla panchina, raggiunge di corsa la curva per omaggiare i suoi tifosi.
Il Genoa sfrutta il clima di evidente distrazione per colpire i giallorossi: Pellegri – classe 2000 – al primo affondo trova la rete del vantaggio. La Roma si scuote e pareggia con Edin Dzeko che si laurea capocannoniere con 29 reti in serie A (39 stagionali). Nella ripresa gli uomini di Spalletti sfiorano più volte il vantaggio, ma la scossa arriva dalla panchina. Francesco Totti fa il suo ingresso in campo nell’ovazione generale per l’ultima volta al posto di Salah e da un suo guizzo in area arriva la rete del 2-1 siglata da De Rossi che corre sotto la Sud insieme ai compagni. La partita sembra in ghiaccio ma l’ennesima distrazione di giornata permette a Lazovic di realizzare il 2-2. La Roma sembra colpita definitivamente, il Napoli vince a Genova con la Samp ed è seconda, ma da una punizione apparentemente innocua, la doppia sponda di Fazio e Dzeko serve a Perotti la palla del 3-2 finale. Esplosione di gioia all’Olimpico, la Roma conquista l’accesso diretto alla Champions League: 87 punti record della sua storia, la Juventus vince il suo sesto Scudetto con 91 punti. Le due ore successive sono dedicate all’omaggio della tifoseria giallorossa al Capitano: 786 partite ufficiali, 307 gol. Lo stadio si abbandona alle lacrime, Francesco Totti dice addio alla sua maglia numero 10 e al pallone, compagno di una vita, sul quale scrive “mi mancherai” prima di scagliarlo in Curva Sud.
GIUGNO – L’ADDIO DI SPALLETTI, IL RITORNO DI EUSEBIO:
Era nell’aria da diverse settimane e i fischi assordanti dell’Olimpico in occasione dell’addio di Totti ne definiscono l’epilogo più amaro. La seconda esperienza di Luciano Spalletti sulla panchina romanista termina nel modo probabilmente peggiore. L’ultima conferenza stampa, annunciata alla vigilia come la sede ideale per spiegare la sua dipartita, diventa una confusionaria battaglia dialettica dalla quale il tecnico toscano esce senza dare una chiave di lettura univoca del suo addio. Lo aspetta l’Inter di Suning e uno stipendio decisamente superiore a quello promesso da Pallotta.
Monchi inizia la ricerca del nuovo tecnico che si conclude il 12 giugno. Dopo aver vinto lo Scudetto con la Roma, Eusebio Di Francesco torna a Trigoria e con sé porta un’enorme dose di serenità da restituire ad un ambiente dilaniato dalla diatriba infinita Totti-Spalletti. Il tecnico pescarese si presenta alla stampa dimostrando di avere le idee chiare: senso d’appartenenza, unione, serietà, gruppo, lavoro sul campo, 4-3-3 sono i principi cardine della sua filosofia.
Nel frattempo le prime manovre di mercato, indotte soprattutto dalla necessità finanziaria della Roma di incassare una determinata cifra prima del 30 giugno al fine di rispettare i paletti imposti dal Fair Play Finanziario, portano a delle cessioni dolorose: Leandro Paredes si trasferisce allo Zenit, Antonio Rudiger al Chelsea ma soprattuto Mohamed Salah, lascia la Roma dopo due stagioni importanti condite da gol e assiste e si trasferisce al Liverpool per la cifra record (per la storia giallorossa) di 42 milioni più 8 di bonus.
LUGLIO – RITIRO A PINZOLO CON POCHI TITOLARI, I PRIMI ACQUISTI:
La Roma inizia la preparazione a Pinzolo, ma causa gli impegni con le Nazionali, sono tantissimi gli assenti nella prima parte di ritiro tra le Dolomiti. Eusebio Di Francesco mostra tranquillità, inizia il suo percorso tecnico impostando le basi del lavoro tattico sul 4-3-3, ma la reale preparazione scatterà a Boston, a fine mese, quando avrà modo di conoscere e integrare i titolari e i nuovi acquisti. In rapida successione Monchi mette a segno i primi colpi: Moreno dal Psv, Rick Karsdorp dal Feyenoord (costretto subito a fermarsi ai box per un’operazione al ginocchio per la pulizia del menisco), Defrel e Pellegrini dal Sassuolo, il giovane Cengiz Under dalla Turchia, Maxime Gonalons dal Lione e Aleksandar Kolarov dal City. Lasciano la Roma anche Mario Rui (che si accasa al Napoli), Vermaelen e Grenier per fine prestito.
A Roma sbarca il presidente James Pallotta, che nella sua lunga agenda di appuntamenti deve anche risolvere la situazione Totti. Il capitano giallorosso ha un contratto da dirigente solo da controfirmare, ma sembra non ancora pienamente convinto di quale ruolo ricoprire. Il rapporto ottimo con Monchi instaurato sin dai primi giorni dell’arrivo dello spagnolo, la voglia della piazza di vederlo ancora coinvolto nel mondo giallorosso, la volontà di rimanere vicino alla famiglia, lo spingono a rifiutare le lusinghe provenienti dall’estero e di appendere definitivamente al chiodo gli scarpini. In un vertice pomeridiano all’Hotel De Russie, arriva il chiarimento con il presidente Pallotta. Totti firma il suo contratto da direttore tecnico, lavorerà a stretto contatto con Monchi e il gruppo squadra.
C’è un’altra situazione spinosa da definire: il rinnovo di contratto di Radja Nainggolan, reduce da una stagione straordinaria (14 gol e diversi assist vincenti). Dopo la firma di Strootman e De Rossi, manca quella del belga, che nei mesi precedenti aveva ricevuto una promessa di adeguamento poi disattesa dalla società e dall’allora ds Sabatini. Nainggolan attende il suo momento, dichiarando amore alla Roma in più di un’intervista, rifiuta le lusinghe dello United e dell’Inter di Spalletti, ma la tensione sale. La trattativa è complessa, un tira e molla su cifre, bonus e cavilli che sembrano creare malumore nel clan del ninja. Il 15 luglio arriva però il vertice decisivo con Monchi, l’agente e Nainggolan, documentato in esclusiva da CGR. Il belga dopo 1 ora di confronto, esce sorridente da Trigoria a bordo della sua autovettura, la firma è vicinissima e arriverà a Boston alla presenza del Presidente Pallotta.
AGOSTO – SFUMA MAHREZ, SCHICK RIANIMA LA TIFOSERIA, KOLAROV DECISIVO A BERGAMO:
Negli states la Roma gioca delle buone prove contro Psg, Totthenam e Juventus, non uscendo mai sconfitta, ma l’assenza di Salah spinge la società a rincorrere il grande colpo da regalare alla piazza: si tratta di Ryad Mahrez, attaccante algerino del Leicester, che Monchi insegue per oltre 40 giorni arrivando ad offrire oltre 35 milioni di euro al club inglese. Il ragazzo, nonostante un’intervista nella quale preannuncia la sua voglia di raggiungere la Capitale, non riesce a liberarsi dal Leicester. A metà agosto l’affare di mercato sfuma definitivamente, mentre la squadra perde malamente le due ultime amichevoli in terra spagnola contro Siviglia e Celta Vigo. Manca il colpo che riaccenda l’entusiasmo e Monchi si tuffa sull’affare Schick. Il ceco, protagonista con la Samp nel campionato scorso, doveva finire alla Juventus ma un problema cardiaco spinge i bianconeri a non concludere l’affare. Si scatena un duello di mercato a tre con l’Inter di Sabatini coinvolta fino all’ultimo rilancio. La Roma tra la diffidenza di parte dei media e di parte della tifoseria esordisce a Bergamo contro l’Atalanta e strappa i 3 punti grazie alla rete decisiva di Kolarov su punizione.
Monchi in un vertice notturno con la dirigenza doriana chiude l’affare Schick: 42 milioni di euro complessivi, con una formula di pagamento dilazionata in più anni. E’ l’acquisto più oneroso della storia giallorossa, a Fiumicino 1000 tifosi accolgono l’arrivo del ceco, che però faticherà a giocare a causa di una serie di problemi fisici.
All’Olimpico però l’entusiasmo dell’ultimo colpo di mercato si smorza subito: dopo il vantaggio di Dzeko contro l’Inter, tre pali e un clamoroso rigore negato dal duo Irrati-Orsato su Perotti, la Roma crolla nella ripresa sotto i colpi di Icardi e perde per 3-1 contro l’Inter di Spalletti, fischiatissimo al ritorno tra le mura giallorosse.