LA REPUBBLICA – M. PINCI – Buttare via subito il vaso rotto o provare a tenerne insieme i cocci fino all’estate? Se lo stanno chiedendo tutti a Trigoria dopo la frattura, evidentemente non sanabile, tra l’intero organismo Roma e Zeman. L’appuntamento è fissato per oggi a Trigoria: una sorta di resa dei conti, da una parte l’allenatore, dall’altra i dirigenti.
E anche se il management romanista fa sapere di rifiutare scelte di “pancia” o isteriche che anticipino l’inevitabile divorzio estivo con il boemo («Non lo cacciamo »), rimane il rischio che la situazione possa precipitare. Magari sarà proprio il ds Sabatini a sintetizzare la situazione, stamane, durante la presentazione del greco Torosidis. La tensione per una situazione divenuta insostenibile per tutti, e che ha portato una decina di tifosi a tentare l’accesso al vagone della squadra insultando Goicoechea, il tecnico ha provato a smaltirla con un lungo sonno durante il viaggio di ritorno da Bologna, teatro dello sciatto pareggio per 3-3 contro Pioli: Roma ottava, superata dal Catania, l’Europa sempre più lontana. Sabatini invece in quelle ore guardava e riguardava la gara: modi opposti di vivere il ritorno che la dicono lunga sulle divergenze interne.
Baldini, passata la serata a Reggello, sarà oggi a Trigoria per il confronto con dirigenti e allenatore. Intanto ha fatto giungere la propria replica, dura, allo sfogo del tecnico su regolamenti e disciplina. Una mano tesa verso la squadra: «Il comportamento professionale dei ragazzi è da sottoscrivere – il messaggio del dg – la disciplina non si ottiene con regole scritte, che tra l’altro ci sono, ma con credibilità e comportamenti. Con questo potenziale una squadra può aspirare a qualcosa di più che a un ottavo posto. È sempre meglio essere avvocato difensore che giudice, anche perché con il tempo noi stessi saremo giudicati ». Come a ricordare al boemo le proprie responsabilità tecniche e l’onere del giudizio in cui incorrerà. Colpevole, forse, anche della gestione di Balzaretti, stiratosi al flessore dopo settimane in cui giocava con guai muscolari.
Per Totti «Per dimostrare di voler reagire servono i risultati»: da Bologna, allora, il segnale è fin troppo eloquente.